Un piccolo
slargo nel cuore di Roma, molti giornalisti e curiosi, un banchetto
e un microfono. Comincia così l’avventura di
Decidere.net, il nuovo network liberale lanciato da Daniele
Capezzone. Sei minuti sei dedicati ai 13 punti programmatici (i 13
cantieri per una politica ad alta velocità, come li definisce lui
stesso), a simboleggiare non già una povertà di idee e di contenuti,
bensì un approccio pratico e pragmatico ai problemi dell’economia
italiana.
È
senza dubbio una ricetta liberale e liberista, proposte già
sentite ma anche idee che in Italia sono tacciate di eresia.
Prima fra tutte la flat tax, l’aliquota fiscale unica, che
Capezzone vorrebbe fissare al 20 per cento. L’impetuosa
crescita economica di molti paesi dell’Est europeo (tigri
baltiche su tutti) è dovuta proprio alla rivoluzione
fiscale. Capezzone, però, non ha ereditato la classica
fumosità radicale, e ci tiene a spiegare come si trovano i
soldi per coprire questo progetto fiscale. “Il costo è
coperto – si legge nella nota diffusa a largo Goldoni – da
una riduzione della spesa pubblica (al netto della spesa per
investimenti e per interessi sul debito) dell’1 per cento
annuo (5 per cento in 5 anni), il che equivale a dire
riduzione della spesa pubblica complessiva, calcolata in
rapporto al Pil, dello 0,4 per cento annuo (2 per cento in 5
anni, dal 51 al 49 per cento)”.
Il
primo punto, dunque, è certamente di rottura e di forte
impatto. Ma anche gli altri dodici non sono da meno:
federalismo fiscale; presidenzialismo e monocameralismo;
credito d’imposta per spese sanitarie e di istruzione;
privatizzazione immediata di Rai, Ferrovie, Alitalia, Poste
e servizi pubblici locali (seguendo l’esempio di Aznar);
responsabilità patrimoniale del pubblico amministratore;
progetto “impresa in un giorno”; riforma delle pensioni e
ammortizzatori sociali (welfare to work); statuto dei lavori
(progetto Biagi-Treu); detassazione del lavoro straordinario
e aumenti salariali legati all’andamento dell’azienda;
abolizione del sostituto di imposta per i lavoratori
dipendenti; superamento degli ordini professionali;
abolizione valore legate del titolo di studio e valutazione
dei docenti.
Liberalismo e liberismo, dunque, per un network multimediale
che ha raccolto le adesioni di numerose personalità del
mondo della politica, dell’economia, del giornalismo e della
cultura, tra cui Piero Melograni, Giorgio Rebuffa, Giordano
Bruno Guerri, Maria Giovanna Maglie, Filippo Facci, Giuliano
Cazzola, Giovanni Orsina, Vittorio Macioce, Giuseppe
Pennisi, Giancarlo Pagliarini, Michael Leeden, Carlo
Stagnaro, Guido Gentili, Alberto Mingardi e Barbara Mennitti
di Ideazione. Ma sui propositi liberali di Capezzone aleggia
la domanda fatidica: l’ex segretario radicale si alleerà con
la sinistra, con la destra o sceglierà la via del terzismo?
La risposta è chiara: “Crediamo nel bipolarismo, molti di
noi auspicano un netto bipartitismo, e quindi sceglieremo.
Ma lo faremo proprio sulla base delle priorità segnalate nei
13 punti. Certo, siamo delusi dal comportamento dei due
maggiori schieramenti nelle loro rispettive occasioni di
governo: e perciò apriamo questi 13 cantieri, pronti a
collaborare con chi sarà davvero determinato a farlo insieme
a noi”.
Iniziativa politica, senza dubbio, ma non nuovo partito. Su
questo Capezzone è altrettanto chiaro perentorio. Per adesso
Decidere sarà un network, una sorta di think tank
multimediale, che crede nella Rete e proprio all’interno di
essa vuole concentrare i suoi sforzi maggiori. Blog, video,
sms, mms a simboleggiare la ventata di contemporaneità che
il progetto vuole portare nella politica italiana. E intanto
il sito, in meno di 24 ore ha avuto migliaia di visite e
centinaia di commenti (quasi tutti entusiasti). Federico
Punzi, radicale di lungo corso nonostante la sua giovane età
e firmatario dei 13 punti capezzononiani, ha a nostro avviso
descritto perfettamente il nuovo network: “E’ una barca a
vela in un mare difficile da attraversare”. Giusto. Ma forse
anche per questo la navigazione si preannuncia appassionante
e ricca di opportunità.
(c)
Ideazione.com (2006)
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