Torna la violenza alla vigilia del G8
di Pierluigi Mennitti
[05 giu 07]


E’ la settimana del G8, il vertice degli otto rappresentanti dei paesi più industrializzati della terra. Si riuniscono da domani a venerdì ad Heiligendamm, resort turistico sul Mar Baltico ormai da giorni circondato da una lunga “cortina di ferro” che rende inaccessibile il passaggio a tutti, salvo che a residenti e organizzatori dell’evento. Ideazione (anche attraverso i post del blog Walking Class) ha seguito per tempo la marcia di avvicinamento a questo G8, raccontando il clima sempre più incandescente che si andava creando. La ripresa delle contestazioni, per qualche anno sopite nella crisi del movimento no-global, i rischi di infiltrazioni da parte dei black-block, l’approccio duro che era stato scelto dai servizi di sicurezza e dal ministro dell’Inteno Wolfgang Schäuble, tutto questo vi abbiamo raccontato nei giorni scorsi: il lettore di questa rubrica non si sarà fatto cogliere di sorpresa dagli scontri che, da sabato scorso, stanno scadenzando i giorni mancanti all’appuntamento. Ieri è stata vera e propria battaglia: militare a Rostock, politica a Berlino.

I partiti si stanno rimbalzando appelli a distanziare le proprie posizioni da quelle della sinistra violenta. La CDU incalza l’SPD e questa accusa la Linke. Particolarmente duro il segretario dei cristiano-democratici Pofalla: “Non è più tempo di equidistanza tra polizia e violenti, gli uomini della sicurezza sono lì anche per difendere i dimostranti pacifici ed è una vergogna che i gruppi di autonomi s’infiltrino nei cortei scatenando gli incidenti. E’ tempo che i dimostranti pacifici e i partiti della sinistra moderata dicano ai violenti: noi non vogliamo più vedervi tra noi”. E in qualche modo i partiti di sinistra prendono le distanze dalle violenze. Con maggiore nettezza l’SPD (“Nessuna tolleranza verso i violenti”) con qualche distinguo la Linke. Il segretario Lothar Bisky da un lato ha condannato gli scontri (“Il livello delle violenze danneggia le tesi dei critici della globalizzazione”) dall’altro ha ripetuto a Schäuble l’accusa di aver voluto drammatizzare il confronto.

Tuttavia, le autorità italiane faranno bene a seguire con attenzione il livello della protesta e dello scontro qui in Germania, giacché poche ore dopo dovranno provare a contenere in un ambito civile le previste manifestazioni romane in occasione della visita di George Bush nella capitale, una volta concluso il vertice di Heiligendamm. Il ministro italiano Giuliano Amato, è augurabile anche sulla scorta delle indiscrezioni provenienti dall’intelligence, sta optando per un approccio morbido delle forze di sicurezza, diverso da quello adottato qui dal suo omologo Schäuble. E diverso anche da quello urtilizzato in occasione del G8 di Genova. Visto quale fu nel 2001 l’esito del vertice italiano, passato alla storia come il G8 di Berlusconi ma in realtà – giova ricordarlo – tutto quanto organizzato dal governo precedente guidato proprio da Amato, sarebbe lecito attendersi dall’attuale ministro una prova migliore. Tanto più che Roma non è Heiligendamm.

In Germania, resa irraggiungibile la sede del vertice, i manifestanti stanno dunque invadendo la vicina città di Rostock, capitale della regione del Mecklenburgo, distante una ventina di chilometri da Heiligendamm. Rostock è uno dei principali porti anseatici del paese e in questo aeroporto atterreranno tra poche ore i voli con i capi di Stato e di governo. Al secondo giorno di manifestazioni e scontri (sabato e lunedì, la domenica è stata dedicata anche dai protestatari al riposo) lo schema appare ormai sempre lo stesso. La gran parte dei contestatori sfila pacificamente. Slogan e concetti non sono cambiati rispetto a qualche anno fa, segno che la pausa di riflessione degli ultimi anni non è servita ad affinare proposte alternative, nonostante i temi sul tappeto siano diversi rispetto a quelli di quattro-cinque anni fa e la globalizzazione ponga sfide nuove anche a chi non ne condivida i presupposti.

La scena delle proteste occuperà presumibilmente ancora l’attenzione nelle ore precedenti l’avvio del vertice. E speriamo che le notizie extra G8 si fermino a questo, dal momento che l’intelligence è all’erta per un’altra e più grave minaccia, quella di un attentato terroristico di estremisti islamici. Fanno bene le autorità tedesche a non enfatizzare tale preoccupazione e a non allarmare oltre misura i cittadini, dopo i più che espliciti richiami al G8 di Edimburgo fatti nei giorni scorsi. Poi il proscenio dovrebbe passare ai protagonisti, gli otto. Ma dei temi di cui probabilmente si discuterà ci occuperemo da domani, cronaca permettendo.

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