Il
ministro dell'Interno tedesco Wolfgang Schäuble non sembra
rilassarsi un momento e, impermeabile alle critiche, man mano che si
avvicina il vertice del G8 (Heiligendamm, sul Baltico, dal 6 all’8
giugno) affina i meccanismi della sicurezza. Polemiche e discussioni
circondano la sua ultima proposta, quella di
impiegare l'esercito nella difesa della zona rossa di
Heiligendamm. Oltre all'opposizione dei partiti della sinistra e dei
verdi, c'è anche la resistenza dei diretti interessati, i militari,
che per bocca dei loro dirigenti sindacali fanno sapere di essere
già fin troppo impegnati e di non avere uomini a sufficienza neppure
per sorvegliare le proprie caserme.
A
sinistra, dopo le manifestazioni contro la retata della
scorsa settimana, monta la protesta più generale contro la
militarizzazione dell'area riservata al vertice. I militanti
antiglobal vogliono manifestare il loro dissenso e chiedono
che Heiligendamm rimanga città aperta,
senza divieti per le dimostrazioni. Qualche giorno fa,
le due star pop Bono e Bob Geldof, accompagnate dall'attore
e cantante tedesco Herbert Grönemeyer,
hanno rilanciato un appello ultimativo agli otto grandi
a mantenere le promesse fatte all'Africa. Scivolando sul
terreno più politico, Herbert Grönemeyer (che lo scorso anno
è stato l'autore
dell'inno ufficiale dei
Mondiali di Germania) ha
messo in guardia i politici tedeschi: "Io non sono per
la violenza, ma quando la gente diventa aggressiva è anche
responsabilità dei politici". Parole pesanti. Nei giorni
scorsi, esponenti dell'Spd e dei Verdi hanno provato a
gettare acqua sul fuoco e ad allacciare rapporti con l'area
no global per tentare una mediazione.
Nel
frattempo, uno dei gruppi più noti della galassia
antiglobal, Attac, segna un punto e
affilia l'ex segretario generale della Cdu, il
conservatore Heiner Geißler (ministro per la Famiglia e la
Salute nel governo di Helmut Kohl dal 1982 al 1985) che
dichiara: "Umanizzare il processo di globalizzazione è uno
dei compiti più impegnativi, se non il più impegnativo in
assoluto, che dobbiamo affrontare. E io sono con Attac per
questo". In
un’intervista esclusiva al settimanale Der Spiegel,
Geißler rincara: “La globalizzazione è diventata
incontrollabile”. Ce n’è anche per l’Italia. L’ex ministro
dice di essere stato spinto ad aderire ad Attac dopo la
brutale azione della polizia italiana durante il G8 di
Genova. Ma poi ripiega. Ad Heiligendamm non ci sarà, al
fianco dei suoi nuovi militanti: “Ho l’agenda già piena
d’impegni”.
(c)
Ideazione.com (2006)
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