Brancaleone
di Walter Mariotti
Brancaleone o del medioevo italiano, l’altra faccia del languore
stereotipato di William Vallace e dell’eroismo mitologico di
Walter Scott. Zeitgeist preborghese che eclissa la modernità senza
doppiarla, Brancaleone da Norcia è il motore immobile
dell’arcitalianità, il prototipo dell’identità pasoliniana
strapaesana e ruspante. Cavaliere politicamente scorretto, con
tante macchie e troppa paura, è il vongolista ante litteram, icona
dell’aurea mediocritas che fatalmente si trasforma in misura di un
mondo felicemente e ferocemente manicheo. Paladino di un
conformismo trash dove la menzogna, lo sberleffo, il motto di
spirito non rappresentano defezioni dall’ideale ma sublimazioni di
una millenaria avventura folk - l’infinita saga del tirare a
campare - il Norcino simboleggia l’unico soggetto rivoluzionario
mai apparso nella storia patria, quel ceto medio disilluso e
autoironico che consapevole di non possedere nessuna verità si può
permettere di azzerare qualunque discussione col gesto
dell’ombrello. Con Bertoldo e Malaparte fonda la genealogia della
morale italica, candido dispositivo che cortocircuita sempre e
comunque ogni tentazione intellettualistica. Straordinario
nell’interpretazione di Vittorio Gassman.
21 dicembre 2001
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