Salgari
di Ludovico Incisa di Camerana


Emilio Salgari fa parte con Collodi e De Amicis di quella grande triade nazionalpopolare che cerca di conferire all’Italia un’identità nazionale, ma al contempo internazionale e globale, in un tempo in cui una società unificata, ancora frantumata e irrimediabilmente tardiva ma ambiziosa, non trova un posto, un ruolo congeniale, in un sistema internazionale dominato dall’imperialismo altrui. L’orizzonte di Salgari, rispetto a quello dello scrittore toscano e dello scrittore ligure, è geopoliticamente più vasto e aperto, per quanto non determinato da un’esperienza vissuta, ma, pur presentandosi sulla base di scelte geografiche enciclopediche, secondo i suggerimenti di un cosmopolitismo sfrenato, non crea imperi immaginari, ma s’ispira chiaramente ai due princìpi fondanti dell’unità nazionale italiana: il principio di libertà e il principio di nazionalità. La libertà è il mare, il grand large, il mare dei corsari che non tollerano divieti, frontiere, zone riservate, limiti imperiali. Il mare è la libertà del coraggio e della sfida, del senso eroico della vita, il destino nazionale: “La patria è su la nave”, proclamò D’Annunzio. Salgari anticipa l’insistente incitamento del poeta: “Arma la prora e salpa verso il mondo”. La nazionalità è la ribellione alla tirannide straniera dei popoli oppressi, i malesi, gli indiani, gli armeni, i filippini, tutti coloro che lottano contro le manomissioni del colonialismo. Per questo Salgari piacerà al ragazzo Guevara, il futuro Che, e verrà rappresentato dalla nostra televisione come araldo del Terzo Mondo.

Certamente Salgari ignora l’allora nascente colonialismo italiano, volta le spalle all’Africa nera e, per sventare ogni malinteso, ricorre nelle avventure più esotiche a personaggi europei, ma non italiani. L’unico protagonista italiano di un suo ciclo geografico è il Corsaro nero, il conte di Ventimiglia, che, con la sua alleanza con i pirati inglesi e le sue ciurme zeppe di filibustieri europei, sfida il monopolio spagnolo delle Americhe. Ma il mare va anche difeso ed ecco la componente nazionale: la celebrazione della resistenza veneta nel Levante contro l’impero ottomano nel dittico Capitan Tempesta - Il leone di Damasco e la lotta secolare delle marinerie italiane contro i pirati saraceni, contro le “pantere” di Algeri. Grazie appunto a una sensibilità nazionale e popolare, Salgari capta il patriottismo nella fase istintiva e guadagna su un piano universale il popolo più difficile, quello dei ragazzi. Come Collodi e De Amicis scavalca il muro del silenzio, che circonda internazionalmente la letteratura aulica dell’Italia dei colti, e impone i suoi personaggi al pubblico di tutto il mondo.

21 dicembre 2001

 
 

 

stampa l'articolo