Pulcinella
di Lina Sastri


Chi sei? Un buffone furbo che sghignazza, che finge di piangere e anche di ridere, che è indifferente e servile, sai che la giustizia non esiste e che il potere vince sempre, e allora lo aggiri il potere, lo aduli, lo insegui, lo raggiri. Nascosto dalla tua maschera nera. Bianco, bianco come la morte.
Nero, nero come l’inferno.
Con una punta di rosso, una punta di cuore, che serve sempre, che non guasta mai.
Per commuovere, e muovere così le cose,
freddo il cuore però dietro la maschera,
fermo il volto nascosto, celato, difeso,
forti i pensieri, svelati con crudeltà dai solchi della fronte nera,
scavate le guance, di antica fame, / prepotente il naso, che spia, annusa l’aria intorno…
Dove sei vecchio buffone?
Bianco e nero, con un poco di rosso,
scarpe slacciate t’immagino
saltellante,
sperduto nelle strade, la maschera alzata sul capo come un elmo,
un cappelluccio che ti ripara dalla pioggia del mondo,
sul volto nudo né riso né pianto… La bocca semiaperta, come sbigottita
non canti, non sai più che cantare, fischietti solo una canzuncella antica, solo qualche parola ogni tanto lanciata in musica verso il cielo azzurro… Con un po’ d’ironia però, come una spada senza la punta.
Ti vedo passare, in questa Napoli del presente, un tamburello e una busta di plastica in mano, vocetta querula e dolce, un po’ giullare un po’ mendicante… sai che porti fortuna, e ti offri, ti vendi, ti svendi oramai, come un talismano, ma non la dici più la verità, vero Pulcinella? Neanche cantando, nemmeno per scherzo la dici… non la dice più nessuno!!
Rimettiti la maschera e corri per questo mondo senza mare,
e fai uno sberleffo alla luna
e bagna di sale di lacrime la via
e facci una risatella,
trombetta in bocca
per mano una bambina che ti guarda incantata… torna Pulcinella, dove ti sei nascosto?

Lina

Pulcinella è morto.
E’ morto tanto tempo fa.
Un giorno si è tolto la maschera per diventare uguale agli altri, perché aveva paura di essere diverso, paura di dire la verità, anche con uno sberleffo, anche celato e protetto dal suo piccolo elmo nero, troppa paura… e l’abito bianco è diventato una tuta extralarge. E la maschera un berretto, la maglia rossa una T-shirt americana.
Ogni tanto si riveste, si traveste, si mette in maschera cornetti al collo e tamburello in mano, e va al mercato, con un cartellino col prezzo incollato sulla schiena, e il sorriso beffardo sotto la maschera nuova, di plastica, pronto a intonare una vecchia canzone con musica registrata: sotto la maschera gli occhi freddi, senza emozione, aspettando il ricco cliente!

Pulcinella

21 dicembre 2001

 
 

 

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