Con Emporion alla scoperta dell'Europa
danubiana
di Cristiana Vivenzio
Dai Balcani alla Turchia, per arrivare allo Stato di Israele, i confini
europei possono espandersi oltre ogni previsione geopolitica e geoeconomica. E
molti sembrano disposti a spendersi per la realizzazione del sogno
pan-europeo. Il prossimo 2004 passeremo da 15 a 25 Stati membri, ma la
prospettiva di
ulteriori allargamenti già interessa Romania e Bulgaria (nel 2007), si
dovrà risolvere positivamente la lunga procedura imposta alla Turchia,
quindi sarà la volta dei paesi balcanici della ex-Jugoslavia e
dell'Albania.
Ma vale allora la pena chiedersi se ha ancora senso parlare di Vecchio
Continente o sarebbe più logico definire l’Europa un continente in
espansione, che di vecchio non ha più nulla se non una veneranda storia?
Un sentimento aleggia nell’aria: il futuro è alle porte, temporalmente,
certo, ma anche geograficamente. Il futuro della Nuova Europa è alle
porte soprattutto dell’Italia la quale, naturalmente, ha posto la
questione dell’allargamento verso Sud-Est al centro di una serie iniziative politiche
dei sei mesi di presidenza. Del resto, la Nuova Europa - che si
estenderà dalla Mitteleuropa ai Balcani, dall’Adriatico al Mar Nero -
guarda al nostro paese come suo necessario referente occidentale.
E’ per questo che Emporion, quindicinale di geoeconomia del sito
Enel.it, ha posto al centro
dell’attenzione e di una riflessione approfondita e ripetuta i temi
dell’allargamento. Partendo dall’imminente ingresso dei dieci paesi
dell’Europa
centro-orientale, passando ad un altro tema tanto attuale
quanto incandescente: il sistema di trasporto intermodale (i famosi
Corridoi transeuropei), giungendo a
trattare in uno dei suoi numeri della
Turchia, quale ponte tra Oriente e
Occidente che chiama a gran voce l’Europa, fino al numero attuale,
dedicato ai paesi dell’area
danubiana).
Emersi dalla cortina di ferro e dalle brutalità della guerra civile oggi
sono proprio i paesi bagnati dal Danubio – l’Ungheria, la Croazia, la
Serbia e il Montenegro, la Bulgaria, la Romania – ad essere pronti a
mettersi a confronto con la Vecchia Europa, a chiedere ai vicini
ritrovati (tra cui spicca l’Italia) di accompagnarli nella crescita
economica e civile. E’ qui che si gioca il destino del Continente e del
nostro paese, qui che dobbiamo cercare la nostra missione del
Ventunesimo secolo, provando a convincere l’intera Unione che l’Europa
o si realizza colmando tutti gli spazi vuoti al suo interno o
non sarà Europa. Un percorso impervio, certo, fatto di difficoltà e di
rincorsa economica, per molti paesi già avviato, per altri ancora lungo
da coprire. Ma la sfida è decisiva. E’ in quest’area, infatti, che “si
giocano direttamente gli interessi di quattro player europei”: la
Germania, l’Italia, ma anche l’Austria e la Grecia. Interessi non
necessariamente in conflitto, ma che se ben gestiti possono diventare complementari
per lo sviluppo e la crescita dell’intera area. Un’opportunità da non
perdere in questi sei mesi di presidenza.
vivenzio@ideazione.com
|