Le dieci ore che sconvolsero il mondo
di Cristiana Vivenzio


11 settembre 2001 - ore 08.45 (14:45 in Italia): un aereo di linea si abbatte contro il grattacielo settentrionale delle torri gemelle del World Trade Center a Manhattan. Solo tre quarti d'ora dopo si apprenderà che l'aereo kamikaze era un Boeing 767 delle American Airlines, partito da Boston e diretto a Los Angeles, con 81 passeggeri a bordo e 11 membri dell'equipaggio. Colpito nella sua parte superiore il grattacielo newyorkese viene avvolto dalle fiamme.

09.04: non sono ancora passati venti minuti dal momento dell'impatto che un altro aereo di linea della compagnia United Arelines con 56 passeggeri e 9 membri dell'equipaggio si va a schiantare contro l'altra torre, quella meridionale, del WTC. Colpita, questa volta nella parte centrale della struttura, la seconda delle due torri gemelle si frantuma al suolo.

09.20: l'Fbi indaga sulla possibilità che i due atti siano frutto di un'azione terroristica. A New York si apprende che l'agenzia federale era stata messa in stato di allerta per il possibile dirottamento di un aereo esattamente poco prima dell'impatto mortale. 

09.28: arrivano le prime dichiarazioni ufficiali che parlano di attentati terroristici. Bush, dalla Florida, parla per la prima volta alla nazione di un apparente atto terroristico, confermando il sospetto già rimbalzato sui media di tutto il mondo. Immediatamente il Presidente americano viene fatto salire a bordo dell'Air Force One, con destinazione Washington.

09.30: sono evacuati la Borsa del Nymex e il New York Mercantile Exchange. Il New York Stock Exchange, la Borsa Valori di Wall Street, rinvia l'apertura del mercato.

09.35: comincia l'evacuazione della Borsa valori di Wall Street. Contemporaneamente il sindaco di NY Giuliani ordina la chiusura di tutte le vie d'accesso che collegano Manhattan alla terraferma.

09.40: la polizia avverte le persone vicine al World Trade Center che un terzo aereo potrebbe avvicinarsi alle due torri. L'evacuazione dell'edificio e della zona circostante procede senza sosta, mentre dall'estero cominciano ad arrivare le prime dichiarazioni ufficiali.

09.42: la televisione di Abu Dhabi comunica che il Fronte democratico per la liberazione della Palestina ha rivendicato il doppio attentato.

09.45: viene evacuata la Casa Bianca e il dipartimento del Tesoro. Contemporaneamente, un incendio divampa al Pentagono che viene fatto sgomberare. Dalle prime indiscrezioni l'incendio è forse causato dall'esplosione di un aereo. Voce poi confermata: si tratterà del volo 175 da Washington a Los Angeles dell'American Airlines. 58 i passeggeri a bordo più 9 membri dell'equipaggio. Le drammatiche notizie in arrivo dalla capitale, con l'attacco al Pentagono e la decisione di evacuare tutte le sedi federali, impongono a Bush di rimanere a bordo dell'aereo presidenziale.

09.48: la Borsa Valori di Wall Street annulla l'apertura.

09.49: anche il Congresso viene fatto evacuare in seguito a minacce terroristiche.

09.51: la Federal Aviation Administration blocca tutti gli aeroporti e i voli già diretti su New York e Washington, deviandone la rotta verso il Canada.

10.03: il Fronte democratico per la liberazione della Palestina (Fdlp) smentisce la responsabilità degli attentati. Viene evacuato il grattacielo Sears a Chicago e il quartier generale delle Nazioni Unite.

10.07: crolla in una nube di fiamme e fumo anche la torre settentrionale del World Trade Centre. 

10.08: il segretario di Stato Colin Powell lascia il Perù dove si trova per l'assemblea generale dell'Osa e rientra negli Usa. 

10.48: un terzo aereo di linea con 38 passeggeri a bordo e 7 membri dell'equipaggio si schianta in Pennsylvania vicino a Pittsburgh. Si tratta del volo 93 della United Airlines, diretto da Newark a San Francisco. Le cause del disastro rimangono da accertare ma c'è già chi parla di abbattimento.

12.26: crolla un altro palazzo vicino al World Trade Center per i danni provocati dalle esplosioni.

12.43: fonti governative precisano che Bush non rientrerà a Washington, ma atterrerà in un luogo mantenuto segreto.

12.52: il presidente americano George Bush atterra a Shreveport, in Louisiana.

13.08: base aerea di Barksdale: seconda dichiarazione di George Bush alla nazione: ''Noi daremo la caccia e puniremo i responsabili. Abbiamo preso tutte le precauzioni per proteggere gli americani ed assicurare che il governo continui il suo lavoro".

14.28: anche tutte le vie d'accesso a Washington vengono chiuse. La capitale americana è praticamente blindata, solo il personale medico - secondo le fonti della Cnn - viene lasciato passare. 

16.04: Il presidente George Bush atterra in una base militare in Omaha, in Nebraska. Lo rende noto Karen Hughes, consigliere del presidente, durante una conferenza stampa dal quartier generale dell'Fbi a Washington. Nella capitale, in un luogo protetto e segreto, si trovano anche il vice presidente Dick Cheney e il Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Condoleeza Rice. Secondo le dichiarazioni della Hughes il presidente è comunque in continuo contatto con i suoi collaboratori e presiede, da dove si trova, una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale. "Il governo federale sta funzionando appieno" nonostante l'evacuazione degli edifici federali.

16.16: cominciano a diffondersi le prime ipotesi sui possibili responsabili degli attentati. "Buone indicazioni" affermano che gli attentati potrebbero essere opera di persone collegate ad Osama bin Laden. Lo dichiarano alla Cnn autorità investigative americane. Immediata la reazione dei Servizi segreti americani che cominciano a studiare le liste dei viaggiatori, le registrazioni fatte dalle telecamere di sicurezza degli aeroporti, per trovare indicazioni che portino all'identificazione dei terroristi kamikaze.

16.44: cominciano le prime dichiarazioni ufficiali dal Medio Oriente. Dai Talebani alle principali sigle dei gruppi radicali islamici, tutti condannano gli attentati a New York e Washington, negando il proprio coinvolgimento. "Condanniamo duramente il terrorismo, perché noi stessi siamo vittime del terrorismo", afferma il portavoce del governo dei Talebani secondo il quale gli attacchi sarebbero opera di "un potere molto grande", ma non di Osama Bin Laden.

17.24: Crolla un altro edificio, il ''building'' numero sette del complesso del World Trade Center. Il terzo edificio, dopo le torre gemelle.

20.30: rientrato a Washington il Presidente Bush parla per la terza volta alla nazione. "Gli Stati Uniti sono stati vittima di un attacco contro la libertà. I responsabili saranno trovati e puniti".

14 settembre 2001

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