E ora?
di David B. Kopel


Ora, l'Arabia Saudita dovrà dimostrare se merita di essere considerata un alleato degli Stati Uniti. Gli Usa l'avevano difesa dopo l'invasione irachena del Kuwait. Gli Usa avevano perfino acconsentito alla sua richiesta di vietare ai soldati americani di esercitare la loro libertà di religione, quando erano sul suolo arabo per difendere l'Arabia stessa da Saddam Hussein. Ora l'Arabia Saudita userà la propria immensa influenza sui talebani, per far sì che Osama bin Laden e le sue truppe siano consegnati immediatamente agli americani? Se gli arabi non ci sosterranno nel momento del nostro massimo bisogno, essi non sono nostri alleati.

Coloro che chiedono di aumentare il budget della Cia, dovrebbero svelare a quanto esso ammonti attualmente, e perché sia inadeguato. In realtà, il bilancio della Cia è completamente segreto. E' pur vero che vi sono buone ragioni per tenere segreti i singoli capitoli di spesa, ma la giustificazione per la segretezza dell'intero budget è debolissima. In Canada, in Gran Bretagna e perfino in Israele le spese complessive per l'intelligence sono pubbliche.

La Costituzione prevede che: "Periodicamente sarà pubblicato un regolare rendiconto delle entrate e delle uscite di tutto il denaro pubblico". Non ci sono eccezioni. Durante la Seconda guerra mondiale, il presidente aveva rispettato la Carta, rendendo pubblico il bilancio dell'Ufficio per i servizi strategici, il predecessore della Cia. Gli ex direttori della Cia Turner, Gates e Deutch, come l'unanimità dei membri della Commissione Brown-Aspin del 1996, riconoscono che non vi è alcun rischio per la sicurezza nazionale nel rivelare il budget complessivo della Cia.

La Cia, che ha già perso due miliardi di dollari spendendoli nelle attività sbagliate, è in grave deficit. Forse, quello di cui essa ha bisogno non sono più soldi, ma una leadership migliore. Come i viscidi avvocati che si radunano sulla scena dello scontro, così sicuramente i fautori del governo illimitato faranno a gara per mostrare come gli atti di guerra di martedì 11 settembre rendano necessario conferire maggiori poteri a un governo intrusivo e incostituzionale. Invece di ammettere che le misure restrittive sui viaggiatori onesti, messe in atto dopo il disastro del Twa Flight 800, non sono state in grado di proteggerci, essi chiederanno altre delle medesime non-soluzioni fallimentari.

Dovremmo ricordarci che, come negli anni dopo Pearl Harbor, non sempre chiedere che il governo abbia più potere ci renderà più sicuri, e talvolta peggiorerà le cose. L'imprigionamento dei cittadini americani di origine giapponese; i controlli sui prezzi e sui salari; e i controlli "di emergenza" sugli affitti a New York City (che sono tuttora in vigore) sono solo alcuni esempi di come la libertà e la forza americana siano state ferite dalla distruttiva espansione del governo. La prima fonte della nostra forza è la nostra libertà e la società aperta. Gli Stati Uniti hanno già l'esercito più potente del mondo. Non abbiamo bisogno di digrignare i simbolici denti, denti di nuove leggi, ma della volontà di usare il nostro attuale potere di guerra. Paul Weyrich, leader della Free Congress Foundation, correttamente scrive: "La verità è che se noi continueremo a indebolire la nostra Costituzione, i terroristi avranno ottenuto la più grande vittoria immaginabile. Il loro trionfo non sarà solo nelle migliaia di persone che hanno ucciso, ma anche nel crollo delle nostre istituzioni democratiche. Se il presidente Bush riuscirà a mantenere una condotta responsabile dove noi forniremo la giusta risposta a coloro che hanno perpetrato questi indicibili crimini, e al tempo stesso saprà difendere le nostre libertà indisponibili, egli passerà alla storia come il più grande presidente dell'epoca moderna".

Per impedire aggressioni future, gli autori delle atrocità di martedì devono essere completamente distrutti, anche se questo significa infrangere la sovranità territoriale delle nazioni che li ospitano. Offendere l'opinione del mondo non deve essere una preoccupazione per noi. Non è stato Le Monde ad attaccarci, quindi se Le Monde o The Guardian apprezzino la risposta americana è molto meno importante del fatto che ogni terrorista sulla faccia della terra deve capire che un attacco all'America sarà una sentenza di morte per se stesso e la propria intera organizzazione. Come dimostra il fallimento del tentativo di eliminare le armi dalle scuole, l'ostracismo verso le armi legalmente detenute semplicemente fornisce un incentivo ai malfattori, garantendo loro che nessuno potrà opporsi alla loro volontà. E' scandaloso che qualche dirottatore armato di coltello sia stato in grado di tenere in ostaggio un gran numero di passeggeri. Come primo passo per rendere gli aerei commerciali più pericolosi per i dirottatori, i piloti dovrebbero essere muniti di pistole. Lo storico Clayton Cramer domanda: "Se non vi fidate di un pilota armato di pistola, perché vi fidate di lui quando è al comando del velivolo?".

L'addestramento necessario a sparare a un aggressore a distanza molto ravvicinata può essere svolto in un fine settimana. Dovrebbero essere scelte pistole e munizioni che abbiano una elevata frangibilità e un basso potere penetrante - cioè un basso rischio che la pallottola penetri le pareti d'acciaio dell'aereo, o trapassi un dirottatore e colpisca un passeggero. In ogni caso, i rischi che un dirottatore si trovi di fronte a un tentativo di resistenza sono molto inferiori ai rischi che egli riesca a farla franca. Per la stessa ragione, dovrebbe essere permesso ai funzionari di volo che lo desiderino di portare armi nascoste. E i passeggeri? Quarant'anni fa, gli sportivi tenevano abitualmente i loro fucili nel vano sopra la testa. Quali che siano i benefici prodotti negli ultimi trent'anni dalle leggi che vietano ai passeggeri di portare le loro armi legalmente possedute in volo, essi sono stati ampiamente sorpassati dalle morti di un solo giorno, che sono il risultato dell'aver trasformato gli aerei in zone tranquille per i terroristi.

E, lettori, se mai doveste trovarvi su un aereo dirottato, ricordate che è meglio per voi morire da eroi, dopo aver guidato gli altri passeggeri contro i dirottatori, che permettere passivamente che il vostro aereo sia usato per distruggere migliaia di altri innocenti. Dagli anni '70 fino a non molto tempo fa, era comune buonsenso dei terroristi di tutto il mondo evitare di agire negli Stati Uniti, perché sapevano che questo avrebbe portato alla distruzione dei loro centri di addestramento e di loro stessi. Gli atti di martedì mostrano che tale deterrente non è più credibile. Che tipo di risposte hanno fornito gli Stati Uniti al terrorismo? Bombardare una fabbrica di aspirina in Sudan per distrarre l'attenzione pubblica dal Dna sul vestito di Monica Lewinsky? Un solo raid su Tripoli durante l'amministrazione Reagan, che non ha neppure ucciso Gheddafi? Gli uomini che dirottano aerei possono anche avere il coraggio dell'inferno dei piloti kamikaze, ma i loro codardi padroni no. Quando i capi terroristi e i loro ospiti impareranno che un attacco all'America è la garanzia della loro morte, allora finirà la guerra contro gli Stati Uniti d'America. 

14 settembre 2001

da National Review on line

(traduzione dall'inglese di Carlo Stagnaro)