Rodolfo Valentino
di Lando Buzzanca
"Ma chi crede di essere, Rodolfo Valentino?". Quante volte questa
frase, da ragazzo, mi è rotolata addosso! Diciamolo pure, non è
che la cosa mi ferisse veramente, ma lo schema, di cui era
imbevuta, e che mi ha accompagnato fino ai vent'anni circa, mi
sembrava eccessivo dato che io, non essendo "bello", a Valentino
non ci pensavo proprio. Ma, forse, perché andavo appresso alle
ragazze fin dalla pubertà? Mah! Comunque, confesso, che all'epoca,
cercavo di analizzarlo questo fenomeno, questo latin lover, e le
cose che di primo acchito mi avevano colpito erano: la maniera di
guardare che aveva e la grande sicurezza che mostrava
nell'approccio con le donne. E poi, era italiano, diamine! Un
italiano famoso in tutto il mondo, in grado di aver fatto subito
fare il giro del mondo alla sua capacità di seduzione, altrochè! E
poi, è morto giovane, cavolo! E tutta l'America in mutandine e
reggiseno lo ha pianto, porca l'oca! E il fatto che, diventato io
adulto, lo abbia scoperto "burinotto", eccessivo, e anche "nu
poco" ridicolo, conta niente, credetemi: ha lasciato il segno - un
segno italiano - e questo è quello che conta!
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