Hugo Pratt
di Filippo Rossi
Nacque "per caso" a Rimini e trascorse l'infanzia a Venezia, la
città della sua famiglia. Un destino adriatico, dunque, quello di
Hugo Pratt. Uno di quelli cui "appartiene tutto ciò per cui la
vita merita di essere vissuta: il senso della libertà, il mare,
l'arte e le belle maniere", come fa dire Sándor Marai al suo
Casanova in La recita di Bolzano. Adriatico, mediterraneo, quindi,
solare e aperto al mondo. Ma Hugo Pratt - l'autore e disegnatore
del marinaio Corto Maltese - il mondo non aveva bisogno di andarlo
a cercare. Ce l'aveva nel dna, dentro di sé: la famiglia del padre
da una parte era anglo-normanna e dall'altra di Urbino; la
famiglia materna da una parte era di origine toledana, ebreo
sefardita, e dall'altra di origine turca. Una sua foto a due anni
- era il 1929 - lo ritrae su un aereo. È una di quelle foto dei
giorni di festa, fatta al luna park con uno di quei pannelli
disegnati che possono trasformare in un nobile, un re o un pirata.
E Hugo fu un pirata dello spirito, un marinaio della fantasia. Un
poeta. Per tutta la vita restò profondamente italiano, per tutta
la vita viaggiò per il mondo. Già a dieci anni, nel 1937, lasciò
la laguna e seguì il padre in Etiopia: "I ricordi di quel lungo
viaggio in mare - racconterà più tardi Pratt - mi sono rimasti
impressi nella memoria: gli odori della nave, quelli delle cucine,
l'aria dell'alto mare...". Quel primo lungo viaggio non ebbe, in
realtà, mai fine.
Tornato in Italia nel '42, dopo sette anni riparte per l'Argentina
dove vi rimarrà per tredici anni. Tornerà in Italia, ripartirà per
il Brasile, quindi in Francia, di nuovo in Italia, infine in
Svizzera dove morirà nel 1995. Aveva detto: "La cosa più bella per
uno scrittore d'avventura è morire trafitto da meridiani e
paralleli". Lui, invece, ha preferito viverci, fino in fondo. In
una quindicina d'anni - tra il '53 e il '67 - è riuscito ad avere
due mogli, tante avventure, sei figli di cui due nati nell'arco di
venti giorni da altre due donne: la prima una meticcia di Bahia,
la seconda una indios Xevantes. Ed è proprio in quegli anni che
Pratt darà alla luce la sua creatura più famosa, quel Corto
Maltese, viaggiatore tra mito e realtà, che lo ha reso celebre nel
mondo. Dove non è andato Hugo è arrivato Corto: tra un'avventura e
l'altra ha fatto più volte il giro del mondo: la Russia,
l'Irlanda, l'Africa... fino alle terre immaginarie di Mu. Per la
prima volta nella storia, nel 1986, il Gran Palais di Parigi ha
aperto solo per lui le porte a una mostra di fumetti. E Francois
Mitterrand disse di Corto: "Nei panni di questo avventuriero
solitario, dallo spirito libero, sono certo che non mi annoierei".
Il suo autore, Hugo Pratt, da italiano figlio del mondo, di sicuro
non si è annoiato.
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