Trentaquattro ritratti d'autore
per raccontare l'Italia nel mondo


Il 2002 volge al termine, e ideazione.com ha deciso di congedarsi dai suoi lettori dedicando l’ultimo numero di quest’anno all’Italia globale. Questo che si sta concludendo è stato un anno complesso e difficile, connotato nel nostro paese soprattutto dalle scelte di politica estera. Una politica estera incisiva e rinnovata - grazie al periodo di interim di Berlusconi al ministero - che ha voluto riportare al centro del dibattito pubblico e dell’agenda politica un nuovo ruolo internazionale dell’Italia. Ma il 2002 è stato anche un anno in cui la discussione sui temi dell’identità italiana si è delineata in maniera sempre più approfondita e complessa. E’ dalla confluenza dei due temi che emerge la necessità di approfondire che cos’è l’Italia globale: quell’Italia vista attraverso gli occhi del mondo, e che in quel mondo si avventura, quell’Italia che guarda a se stessa con orgoglio e senza commiserazioni, che è lo specchio della miglior parte di sé. E’ l’Italia del Made in Italy, della letteratura, dei grandi protagonisti del cinema e dello spettacolo, dei grandi condottieri e dei valorosi militari. In questo numero speciale vengono tratteggiati trentaquattro modi d'intendere la proiezione esterna di una certa idea dell’Italia. Lo si fa attraverso la storia di grandi italiani che hanno esportato l’immagine del nostro paese nel mondo.

Dai poeti, Dante Alighieri a Grazia Deledda, ai navigatori d'Occidente, Cristoforo Colombo e quelli d'Oriente, Marco Polo, pregevolmente narrato dalla penna capace di Marco Guidi, alla virtù guerresca del principe Eugenio, descritto da Carlo Jean, ai santi assoluti come Santa Caterina da Siena, nel ritratto delizioso di Lucetta Scaraffia, e San Francesco d'Assisi nella filologia corposa di Franco Cardini e i grattacapi che volle procurare a quell'uomo dabbene di Pietro Bernardone, compreso da Ruggero Guarini; poi i capitani coraggiosi come Giovanni Aimone Cat, gli eterodossi e trasgressivi alla Pittigrilli, nella bella chiave di lettura offerta da Fabio Andriola, l'archetipo dell' homo eroticus italico, Rodolfo Valentino, giustamente delineato da Lando Buzzanca. La Cina vicina di Luigi Barzini jr, e la terra “al dente” dell'industria della pasta Rocca, da mito a mito, Primo Carnera raccontato da Nino Benvenuti. “L'Indiana Jones” all'italiana, Giuseppe Tucci che nel 1935 scoprì i mantra e tantra tibetani e gli sportivi come Roberto Baggio ed Enzo Ferrari che con la sapienza del testimone, Italo Cucci dipinge.

I giorni della radio, sperimentata da Guglielmo Marconi, nell'intervento del ministro per le Comunicazioni Maurizio Gasparri. Pregevole, poi, la triade dell'arciitalianità globale: Italo Balbo, “Saint-Exupery” italiano di Luciano Lanna, Curzio Malaparte, da strapaese allo stupore del mondo di Walter Mariotti e Carmelo Bene che da tutti i meridiani meridionali sognava un paese senza aggettivi, istoriato da Pietrangelo Buttafuoco. La vivacità preziosamente antipedagocica di Giovanni Papini, osservata da Mauro Mazza e il coraggio civile di Perlasca di Gianni Scipioni Rossi. La potenza della lirica di Enrico Caruso di Cristiana Vivenzio, la bella che “se ne fotte di essere bella”, Sofia Loren, interpretata dal tocco personale di Enrico Vanzina e quella ragazza metà rinascimentale e metà badgirl di Monica Bellucci, argomentata da Giampiero Mughini, l'impero della moda di Giorgio Armani e quello registico di Federico Fellini.

Stilisti, attrici, registi e architetti come Renzo Piano che hanno realizzato una cultura specifica, aperta ad Oriente ed Occidente, al nord e sud del mondo. Ad immaginarla così, è stato proprio lui, Hugo Pratt, iconografia ufficiale, ma mai pomposa e retorica dell'italiano globale che dal medioevo al Rinascimento, dalla modernità delle macchine all'evo informatico ha rivendicato il sacrosanto diritto ad aprirsi al mondo, analizzato da Filippo Rossi. Completano il quadro di questi ritratti d'autore, Sandro Bondi, Alberto Pasolini Zanelli, Eugenia Roccella, Mario Nicoletti e Luigi Cavallari.

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