Cristoforo Colombo
di Alberto Pasolini Zanelli
Cristoforo Colombo, italiano, europeo? Certo, ma anche qualcosa di
più e di diverso, di senza precedenti. Non per come era, ma per
ciò che è stato dopo di lui e a causa sua. Non "cittadino del
mondo" ma artefice di un mondo di cui è diventato possibile essere
cittadini. Senza l'impresa di Colombo, pur figlia del suo tempo,
non ci sarebbe, per dirne una, "globalizzazione", perché non ci
sarebbe, nella geografia umana, un globo ma soltanto dei
continenti. Questo europeo aprì la strada alla "europeizzazione"
del pianeta, che nel costume rimane anche se si è consumato il
dominio politico. Questo ammiraglio di Spagna diede alla penisola
iberica un continente come cortile di casa, su cui crebbe, però,
un'egemonia senza precedenti degli anglosassoni sul mondo. Quando
festeggiano il Columbus Day, i newyorkesi rendono omaggio, senza
pensarci, all'Enea della loro leggenda fondatrice.
Il Pontefice che volle sigillare con un arbitrato tra Madrid e
Lisbona il monopolio cattolico sul Nuovo mondo preparò la via alla
dottrina di "Monroe", che escludeva dal Nuovo mondo Europa e
cattolicesimo. Si è potuto dire, anzi, che la decadenza della
Spagna cominciò con la Conquista e l'Italia, o meglio gli
italiani, quasi sparirono di scena quando il Mediterraneo smise,
per opera di quest'italiano, di essere il Mare del Mondo.
L'Estremo Oriente, l'Asia, aveva prima di lui fronteggiato
l'Occidente nelle battaglie tra i monti e le steppe e vi aveva
commerciato attraverso la Via della Seta. Di colpo si ritrovò
l'Occidente ad oriente, le caravelle al posto delle carovane e si
scoprì assediato. L'Islam fu tagliato fuori e spinto già allora
verso un ruolo di sub-cultura ribelle alla cui esplosione
assistiamo in questi giorni. Il Giappone prima e la Cina poi hanno
finito con l'adattarsi e adeguarsi alla "globalizzazione", in nome
el capitalismo o dietro le sembianze di quell'altra invenzione
occidentale che fu il comunismo. La "Terra incognita" che Colombo
incontrò generò la superpotenza che domina la Terra senza
frontiere.
Ma la "fine della Storia" non è la fine della storia. La
Superamerica che domina il resto del suo emisfero come gli altri
emisferi, che si è preparata questo ruolo sforzandosi di recidere
le sue radici e, per collocarsi al centro anche geografico del
Pianeta, di spingere lontane le caravelle di Colombo, gli sta
aprendo la strada per un ritorno imprevisto e trionfale. Gli Stati
Uniti, emuli ora coscienti dell'Impero di Roma, hanno aperto le
porte, come allora Roma all'ellenismo, a una ri-latinizzazione.
L'America yankee e poi "multiculturale" sta diventando biculturale,
bilingue. Ha già più ispanici che cittadini di pelle nera e la
migrazione verso Nord dilaga. Le decine di milioni di immigrati le
restituiscono pacificamente i caratteri che i Conquistadores
invano tentarono di imprimerle. Gli United States sono, ogni anno
di più, los Estados Unidos. Ma il nuovo ellenismo che parla
spagnolo ha alle spalle una Grecia che parlò italiano. Il cerchio
forse si chiude. Le caravelle ripartono da Palos e il loro
capitano da Genova.
|