Enrico Caruso
di Cristiana Vivenzio
Napoli, 1873. In via San Giovanniello numero sette nasce Enrico
Caruso, figlio di Marcellino, meccanico dal bicchiere facile, e
Anna, casertana verace. Lui lo avrebbe voluto meccanico, lei un
uomo istruito. E allora il piccolo Enrico lavorava di giorno e
frequentava le scuole serali nel dopo lavoro. Disegnatore e
caricaturista di talento, cominciò a fare di questa dote naturale
la fonte del proprio sostentamento. Aveva undici anni e, nel
frattempo, canticchiava. Al lavoro, disegnando, lui cantava,
cantava nel coro della chiesa, nei salotti della Napoli bene, e
poi negli stabilimenti balneari, sulle terrazze prospicienti il
Golfo, sotto le finestre di qualche innamorata… Quel successo
inaspettato deviò definitivamente il corso di una vita già
segnata, che lo voleva non figlio di una città ma del mondo. E il
canto, sintesi di talento e passione, divenne professione, contro
tutto e tutti, genitori compresi. Con determinazione indefessa
iniziò a prendere lezioni. Infaticabile studente, ma debitore
troppo spesso inadempiente, contrattò col proprio maestro: il
venticinque per cento degli incassi di ogni recita dall'inizio
della sua carriera e per cinque anni in cambio di lezioni. E così
tutto cominciò.
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