Primo Carnera
di Nino Benvenuti
Primo Carnera può essere considerato a pieno titolo il miglior
pugile italiano del Novecento. Le ragioni sono molteplici; e non
solo per la conquista del mondiale dei massimi. Carnera è stato un
pioniere. Fu il primo a partire per gli Stati Uniti dove il
pugilato era uno degli sport più popolari. I pugili abbondavano e
molti di grande valore. La sua prestanza fisica impressionò
moltissimo. I due metri e cinque di altezza per un peso di oltre
centoventi chili fece grande impressione anche lì. Diventò
campione del mondo a ventisette anni nel 1933 mettendo k.o. Jack
Sharkey alla sesta ripresa. Carnera divenne così non soltanto
campione del mondo, ma nella immaginazione popolare l'uomo più
forte del mondo. Un italiano era l'uomo più forte del mondo. La
sua estrema modestia e grande serenità lo fece camminare sempre
con i piedi ben aderenti al suolo. Attorno a lui, vi erano molte
persone che cercavano di speculare sulla grande personalità e
sull'interesse che lui riscuoteva.
L'Italia era sempre nel suo cuore e nel maggio del '39 sposò Pina,
impiegata alle Poste di Gorizia. Una donna che nel corso della sua
vita sarebbe stata regolatrice e moderatrice del suo difficile
cammino. Nei suoi tre anni seguenti nacquero a Segnals Umberto e
Giovanna. Vivono in Florida. Il primo laureato in medicina e
Giovanna sarà psicologa in ospedale a Tampa. Il loro amore per
Segnals non si è esaurito! Quella di Carnera fu una carriera, da
campione del mondo, in realtà molto breve. Prima batté Uzcudun e
poi perse il titolo il 16 maggio del '34 da Max Bear. Fu uno
strano combattimento, dove l'arbitro permise al pugile americano
di commettere ogni tipo di scorrettezze. Carnera mostrò un
coraggio ad oltranza. Subì la lussazione di una caviglia e cadendo
ben undici volte si rialzò sempre per continuare.
A Segnals c'è anche Villa Carnera che per interessamento dei figli
e delle autorità locali diventerà la sede della Carnera Foundation,
nata lo scorso anno a Miami. Non potremo mai dimenticare Preimo
Carnera, soprattutto al di fuori delle sue stesse imprese
sportive. Davvero non esiste alcun episodio che faccia parlare di
lui in maniera negativa. A giusta ragione, in quel periodo
storico, rappresentava il simbolo più popolare dell'Italia nel
mondo. E diventerà lottatore di catch, molto in voga nell'epoca. È
stato un precursore del costume di oggi con gli atleti che si
esibiscono, dietro cachet, in serate, avvenimenti e partecipazioni
televisive. E' morto dove era nato, a Segnals come, del resto,
aveva promesso quanto era partito per vincere la miseria di quei
posti e la fame che non riusciva mai a soddisfare completamente.
Io che l'ho conosciuto - che ho avuto l'onore di conoscere questo
grande italiano globale - serberò sempre il ricordo di un uomo
straordinario.
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