Monica Bellucci
di Giampiero Mughini
Quattro chiacchiere su Monica Bellucci con un "esegeta della
bellezza" qual è Giampiero Mughini, che da un taxi a Milano ci
spiega il perché la ragazza di Città di Castello sia - fuor di
dubbio - l'icona del made in Italy del XXI secolo: "E' bellezza
pura: giovane, classica e modernissima…". E, subito, Mughini fa
riferimento a una bellissima foto che campeggia proprio nella sua
nuova casa: una immagine calligrafica della venusianità
intramontabile, scattata da quel Michelangelo della moda che è
Fernando Scianna. Una foto, dice, "da urlo e sisma fisico
dell'ottavo grado della scala Mercalli del desiderio". Lì su
quella parete mughiniana c'è Monica che stanca reclina la testa,
quasi le cadesse, la sera tardi: "Donna più donna che mai, senza
trucco, luci di posa e tensione di modella". Al massimo del
non-glamour, Mughini ci ricorda la caratura astrale della
creatura, "equilibrato ex voto fra erotismo ed estetica. Da
impazzimento collettivo per una trentaseienne che rappresenta una
seria minaccia per il genere umano, ché non è facile esser così
belle da ultratrentenni…".
Belle gocce di desiderio per una generazione fortunata nel
contemplare una simile coetanea, da regalare ogni minuto al mondo.
La Bellucci è stata Deborah, con la h, per i fratelli Vanzina che
ne scoprirono le potenzialità filmiche, gamine tradita e pubica
per Risi jr., una Malena provocante da far esplodere i pantaloni
di un ragazzino per Tornatore, serial Killer e finanche Cleopatra.
"C'è che la Bellucci - spiega Mughini - ha istituzionalizzato il
nostro desiderio e internazionalizzato la meravigliosa femminilità
tricolore, tanto che solo, dopo due giorni, dico solo dopo due
giorni, ci ricordiamo che è nata a Città di Castello, per il resto
il knock out che ci provoca è davvero devastante". Ci ripensa, e
spiega meglio, Mughini: "Beh, la bellezza italiana nel mondo ha
avuto tante rappresentanti nella seconda parte del Novecento:
Qualche nome? Lucia Bosè, la prima Giovanna Ralli e - non facciamo
scherzi - Silvana Mangano ed Elsa Martinelli, Marisa Allasio, e
naturalmente, Claudia Cardinale". E la Bellucci, allora? "Con lei
l'impatto è diverso. Monica Bellucci è l'icona della bellezza
tricolore nell'epoca della globalizzazione, dal momento che
ricorda una Madonna umbra e, contemporaneamente, assomiglia ad una
"bad girl". Con una raccomandazione. Da non azzardarsi nemmeno per
un nano-secondo la tentazione di paragonarla all'Arcuri. Con una
come lei che cosa pretende di più il mondo da noi italiani? Solo
di lasciarsi abbandonare a Monica, signora e padrona dell'immenso
cielo femminino….".
(conversazione con Ivo Germano)
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