E se si girasse per il pubblico?
di Gabriele Muccino (*)

Antonioni, un genio; l'antonionismo, una rovina: presunta cultura di sinistra, vero snobismo di provinciali. Se Antonioni faceva arte, i suoi epigoni, con le pretese intellettualistiche di essere "oltre", offendevano il pubblico. Ricordiamo poi gli anni Settanta: Petri girava film eleganti, poco dopo Ferreri girava film sciatti. Che cos'era successo? Che la sciatteria era diventata una forma d' "arte"! Anche gli anni Ottanta sono stati poveri, perché nessuno riconosceva più che il cinema è qualcosa di popolare, che ha senso solo se si formano file alla cassa. Anche i film sofisticati vanno bene, ma a saperli fare: anche 8 1/2, del resto, non era antitetico al popolo, sebbene per capirlo si dovesse vederlo dieci volte. Il cinema è svago e oggi Virzì, Soldini e Crialese sanno darlo: con loro ritroviamo la grammatica del racconto, la generosità del portare una storia da un punto ad un altro, non girarci attorno.

(*) regista e sceneggiatore.


 

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