La libera impresa libera la cinepresa
di
Ivo Germano (*)
Pių artigianato che industria, il cinema italiano ha una lunga storia
fatta di crisi, interrotte da memorabili exploit. Eppure il nostro
cinema č stato inventore di generi: dalla cosiddetta commedia
all'italiana fino al gotico-horror di Dario Argento e del primo Pupi
Avati. Ma l'ultima crisi - quella in corso da qualche anno - č davvero
pių lunga del solito e tutto il nostro glorioso passato sembra davvero
alle nostre spalle, vuoi per la statolatria assistita di registi
"paracadutati", vuoi, soprattutto, per la mancanza del coraggio per fare
ancora cose all'italiana. Quale la diagnosi? Forse il nostro cinema non
riesce pių a percepirsi come impresa libera, eterodossa e anche...
moralistica. Forse il nostro cinema deve recuperare la sua migliore
tradizione novecentesca. Torni catartico, dunque, esca dall'angustia
progettuale, ripercorra il sentimento giullaresco, farsesco e sbruffone
come quando io ero troppo piccolo per capire quanto lui era grande.
(*) sociologo e saggista.
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