Ue: investire nella formazione per diventare competitivi
di Cinzia Alvino

Nel marzo del 2000 il Consiglio europeo di Lisbona ha lanciato una straordinaria sfida all'Unione europea per il nuovo decennio: basare l'economia europea su una conoscenza competitiva e dinamica in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale. Gli Stati membri, il Consiglio e la Commissione, ciascuno nelle rispettive aree di competenza, hanno individuato strategie coerenti e misure pratiche per favorire l'istruzione e la formazione permanente per tutti, promovendo il coinvolgimento delle parti sociali e sfruttando il potenziale dei finanziamenti pubblici e privati. A quanto pare la ripresa in Europa è lenta e per vederla a pieno regime bisognerà ancora aspettare. Purtroppo, si registrano scarsi risultati nonostante tutte le iniziative comunitarie intraprese in questi anni. Non ci sono dubbi: la locomotiva Usa finirà ancora una volta per trainare l’Europa sui binari della crescita.

L'11 novembre 2003, su iniziativa della commissaria Reding, la Commissione ha adottato la comunicazione intitolata "istruzione e formazione 2010 - l'urgenza delle riforme per portare al successo la strategia di Lisbona". La comunicazione sottolinea le carenze dell'Unione europea. Un'Europa che presenta ancora un forte ritardo rispetto ai principali concorrenti (Usa e Giappone) per il livello di investimento nelle risorse umane, per l'insufficiente livello di istruzione degli europei, per lo scarso numero di adulti che partecipano all'istruzione e alla formazione per tutta la vita, per la carenza di insegnanti. Insomma i sistemi europei di istruzione e formazione non sono ancora adeguati alle esigenze della società dei saperi. Tali constatazioni evidenziano l'urgenza delle riforme e la necessità di agire in maniera più decisa per consentire all'Unione europea di ripristinare condizioni di piena occupazione. Per sostenere gli Stati membri nei loro sforzi, la comunicazione basa l'azione futura su quattro leve che, solo se azionate insieme e in tempo, permetteranno di aver successo.

Innanzitutto l'urgenza di riforme e di investimenti sui punti determinanti in ogni paese in base alla situazione di ciascuno di essi e degli obiettivi comuni. In secondo luogo è necessario definire strategie coerenti e globali per l’istruzione e la formazione per tutta la vita, garantendo e coinvolgendo parti sociali e società civile e inserendo le riforme nazionali nel quadro europeo. La terza leva è la costruzione di un'Europa dell'istruzione e della formazione attraverso la creazione di un quadro di riferimento europeo per le qualifiche dell'insegnamento superiore e della formazione professionale. E’ necessario, infine, dare importanza al programma di lavoro "istruzione e formazione 2010" che deve diventare un punto di riferimento per la formulazione di nuove politiche. Il tempo è il fattore cruciale. Che fare nel frattempo? Il to do europeo è semplice: investire nelle persone e sviluppare uno stato sociale attivo e dinamico per la posizione dell'Europa nell'economia della conoscenza. 

19 novembre 2003

cinziaalvino@hotmail.com

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