Cultura e politica, tre giorni dei Circoli a Paestum
di Carlo Chianese

Riforma delle pensioni, immigrazione, finanziaria e giustizia. A sentirli così sembrerebbero temi da mandare al tappeto il gruppo di trentenni giunto a Paestum per il primo incontro nazionale dei Circoli giovani, versione junior dei Circoli inventati da Marcello Dell’Utri in tutta Italia per integrare la proposta culturale del centrodestra italiano. Ma questo incontro rappresentava l’inaugurazione della scuola di formazione politica, una sorta di full immersion sui temi di più stringente attualità politica e culturale che ha coinvolto assistenti parlamentari, ricercatori e professori universitari, avvocati e commercialisti, ingegneri e imprenditori. Un’iniziativa interessante soprattutto perché è riuscita a creare un luogo di comunicazione all’interno di un mondo che non ha molte occasioni per partecipare, conoscersi, dibattere e confrontarsi. Sullo scenario dei templi della zona archeologica di Paestum, lo studioso Natale Forlani ha introdotto aperto la discussione trattando il tema del mercato del lavoro e della riforma delle pensioni e allargando il discorso all’immigrazione necessaria, con la quale il nostro paese deve imparare a convivere. Per far questo l’Italia deve attrezzarsi con una politica dell’integrazione e il diritto di voto agli immigrati sarebbe solo un primo passo.

Giustizia e politicizzazione dei processi da parte della cosiddetta “magistratura combattente” gli argomenti illustrati dal giornalista Giancarlo Lehner, che partendo da esempi documentati di gravi errori giudiziari, ha delineato con colori cupi il quadro dello stato di salute della magistratura italiana. Dalla politica alla filosofia. La repressione della libertà di pensiero è stata esemplificata dall’interessante ricostruzione storica che il senatore Contestabile ha fatto della vita di Giordano Bruno, un tutt’uno con la ricerca della verità, tanto da rendere possibile il sospetto che il pensatore campano non sia stato condannato a morte, ma si sia “suicidato sul rogo” di Campo dei Fiori quando ebbe chiaro che se fosse sopravvissuto al tribunale dell’inquisizione non avrebbe più potuto filosofare perché confinato in una dimora senza libri. Sarebbe morto comunque, perché per lui vivere era filosofare.

Il senatore Andrea Pastore intervenendo sulla riforma delle istituzioni ha sostenuto, nel quadro dell’attuazione di un compiuto federalismo, la necessità di prevedere un nuovo assetto costituzionale che consenta il superamento del bicameralismo perfetto attraverso la partecipazione delle Regioni ad una costituenda Camera alta (Senato delle Regioni) che lasci alla Camera dei Deputati la residua competenza legislativa nazionale. La riforma prevede anche la riduzione del numero dei parlamentari che però, se dettata da un’auspicabile volontà di snellimento del corpo parlamentare, è in contrasto con il previsto aumento del numero dei componenti dei consigli regionali, che è prerogativa delle singole Regioni. Dopo l’illustrazione di Massimo Buco del sistema di incentivi per la creazione e lo sviluppo delle piccole e medie imprese, il momento clou della tre giorni di Paestum è stata l’intervista al neo-cordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi. Intervistatore d’eccezione (e per nulla accondiscendente) il giornalista Lino Jannuzzi. Divincolandosi tra domande imbarazzanti, Bondi ha delineato il nuovo corso del partito proteso verso le scadenze elettorali dei prossimi anni per le quali sarà necessario impegnarsi con un rinnovato slancio organizzativo e programmatico, ma anche attraverso un programma di comunicazione che renda evidenti agli italiani la quantità e qualità dei provvedimenti normativi prodotti dal governo di centrodestra. Aspetto quest’ultimo su cui si è molto insistito a Paestum.

Chiusura domenicale dei lavori con gli interventi dei senatori Antonio Azzollini e Antonio d’Alì. Il primo, presidente della Commissione Bilancio del Senato, ha motivato le scelte, spesso obbligate perché necessarie, che hanno portato alla stesura della legge finanziaria 2004. Si tratta di una manovra di 16 miliardi di euro, che si pone l’obbiettivo di ridurre il deficit del 2004 al 2,2%. E’ prevista la razionalizzazione delle spese per acquisti da parte della Pubblica Amministrazione, il potenziamento del Patto di stabilità interno per gli enti locali, un contributo triennale di solidarietà del 2% sui trattamenti pensionistici i cui importi superino i massimali della legge Dini, la cosiddetta tecno-Tremonti cioè la deduzione delle imposte (10%) dei costi per la ricerca e lo sviluppo, la previsione di un assegno di 1000 euro per i figli successivi al primo, maggiori controlli della Guardia di Finanza sugli aumenti indiscriminati dei prezzi sui beni di prima necessità, l’istituzione di un fondo di 10 milioni di euro per gli studenti meritevoli, la non applicazione dell’Irap ai ricercatori che rientrano in Italia nei prossimi cinque anni… peccato che la sinistra italiana identifichi questa Finanziaria con il condono edilizio! 

Il Sottosegretario agli Interni D’Alì ha guidato i corsisti nel mondo delle nuove tecnologie applicate alla Pubblica Amministrazione parlando della carta di identità elettronica, il nuovo supporto magnetico che il Viminale sta sperimentando in cinquanta comuni d’Italia dove entro il 2004 sarà diffuso in un milione e mezzo di esemplari, fino ad arrivare negli anni successivi a fornire tutta la popolazione e coprire l’intero territorio nazionale. Sarà una vera rivoluzione per i cittadini che da casa potranno richiedere documenti e certificati, “dialogare” con la pubblica amministrazione e, in un futuro ormai prossimo avere la possibilità di votare elettronicamente.

24 ottobre 2003
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