Libri. Stella di mare, un bastimento carico di storie
di Carlo Roma

“Quello che segue è l’unico diario di bordo di Josias Tuke Lockwood, capitano della Nave, firmato e vergato a mano sua; e io l’attesto sul mio onore come completo e veritiero resoconto del viaggio, da cui non è stata omessa alcuna materia pertinente”. E’ l’autunno del 1847. Sull’Irlanda si abbatte da tempo una violenta carestia che sfianca la resistenza della popolazione, rende sterili i raccolti, inaridisce le speranze e getta nella desolazione assoluta il verde paesaggio dell’isola. Non vi sono molte alternative alla fuga fatta salva – forse - la strenua volontà di restare inchiodati alla propria casa e ai pochi beni rimasti. Chi può, chi dispone delle forze necessarie, tenta la fuga verso una vita migliore, verso la terra delle speranze dove tutto è ancora possibile. Si moltiplicano le lunghe ed estenuanti migrazioni, segnate spesso dalla morte e dalla disperazione, di masse sempre più consistenti di povera gente, affamata e ammalata. La meta è, naturalmente, l’America. New York rappresenta l’unica possibilità per evadere da una condizione di miseria e di povertà. I rischi, però, sono davvero tanti: l’oceano, mai domo, diventa il luogo di sepoltura per un numero consistente di emigranti le cui spoglie mortali vengono affidate alla cura dei pesci. 

Il comandante Lockwood, dunque, è a capo della Stella di Mare, una vecchia nave che trasporta il suo carico di illusioni dalle coste europee a quelle mitiche degli Stati Uniti. La permanenza in mare dura ventisei giorni. La terza classe, divisa ermeticamente dalla prima, è affollata da circa quattrocento disperati fra i quali spicca una massa indistinta e silenziosa costituita da donne con neonati al seguito, da vecchi e da un manipolo di giovani vigorosi pieni di speranze. Ciascuno ha investito nel sogno di un reale cambiamento e di una vita più generosa, le sue ultime risorse. Ora, si direbbe, sono soli di fronte al loro destino. Nelle cabine confortevoli della prima classe, invece, si agitano le coscienze di uomini e donne con ambizioni diverse e, soprattutto, con possibilità economiche assai lontane da quelle della povera gente. In realtà, occupano una sfera sociale elevata, hanno a disposizione più risorse ma, in qualche modo, anche il loro viaggio può configurarsi come una fuga. Anche loro, insomma, sono afflitti dall’ansia di abbandonare la madre patria ed assetati di un futuro migliore. Non si conoscono, o almeno fingono di non conoscersi. Ma le loro esistenze, nel corso della navigazione, sembrano intrecciarsi in modo inestricabile. Lord Kingscourt, ricco possidente terriero, è elegante e dall’aria rispettabile. Alto, ben piazzato, si aggira per i corridoi della nave con fare rispettabile ed ossequioso. E’ accompagnato dalla moglie Laura, dai figli e dalla bambinaia Mary Duane. Fra i due coniugi non sembra che corra buon sangue, l’accordo non pare essere dei migliori. Sulla Stella del Mare c’è un giornalista americano, Grantley Dixon. Aspirante romanziere dall’eloquio facile, non disdegna le battute pungenti. La sua vicenda umana lascia trapelare qua e là stretti legami con una donna che incontra nuovamente proprio sulla nave. Sul ponte stazionano anche un chirurgo dublinese e un maragià indiano i quali fanno da sponda alle vicende che si dipanano nell’ambito di questo piccolo gruppo di viaggiatori.

Joseph O’Connor, l’autore del romanzo “Stella di mare”, inizia ogni capitolo con il resoconto del suo comandante. Ogni giorno il numero dei morti viene modificato. Ad ogni capitolo, poi, O’Connor aggiunge un tassello in più nella descrizione e nello svelamento dei vincoli che, sorprendentemente, legano i vari personaggi. Sviluppata alla luce della triste litania dei nomi di quanti non hanno superato la notte, scandita dalla voce ferma del capitano, la trama non perde mai la sua originalità e la sua tensione alla coralità. Racconto di singole esperienze, ma anche di vissuti senza voce ed identità che si confondono fino a realizzare un insieme composito, la narrazione possiede peraltro i caratteri della verità storica. Oltre al mistero e all’atmosfera grigia e sospesa messa in scena con sapienza, si aggiunge – infatti - il tema dell’ineguaglianza, della ricchezza e della povertà sullo sfondo di una tragedia reale: il romanzo storico, allora, muove i suoi primi passi. 

12 settembre 2003

crlrm72@hotmail.com

Joseph O’Connor, Stella di mare, Guanda, pp. 405, €16,50.


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