Cucina. Il piacere dei fuori pasto
di Maria Luisa Gualtieri
Si naviga, nel corso della giornata tra un caffè e l’altro, tra
l’una e l’altra bottiglietta di bibita dolce gassata, tra una
bustina di patatine, di cracker o di pop corn; tutto pronto,
disponibile, fuori dalla porta dell’ufficio o nell’atrio del posto
di lavoro. Mangiucchiare frequentemente fuori pasto è un
comportamento del tutto moderno e tipico delle società dei
consumi. Molti negozi espongono cibo e goloserie: tutti i bar, le
tabaccherie, perfino le edicole… questo fatto influisce sui nostri
desideri, tanto più se abbiamo soldi in tasca. Senza mortificare
il piacere dei fuori pasto cerchiamo però di razionalizzare,
facendo in modo che lo spuntino, quando necessario, vada fatto con
cibi sani e adeguati.
A metà mattina può andar bene un frutto fresco o una spremuta di
frutta o anche mezzo bicchiere di latte fresco sorseggiato piano.
Per la gran sete un buon bicchiere di acqua naturale con succo di
limone o aceto di mele, sorseggiato lentamente, oltre a
ritemprare, può dare una sensazione di appagamento. Per
accompagnare l’aperitivo, scegliete una manciatina di frutta
secca, non tostata e non salata: essa fornisce la carica
energetica di cui avete bisogno; preferite mandorle e nocciole,
piccole friselle con pomodoro e olio extravergine d’oliva, carote,
ravanelli, sedani, cetrioli freschi e croccanti da sgranocchiare.
Per lo spuntino pomeridiano scegliete uno yogurt bianco magro, a
cui potete aggiungere della frutta fresca, una fetta di torta,
meglio se fatta in casa, o una porzione di gelato altamente
gratificante. Altre soluzioni golose possono essere le caramelle
senza zucchero, alle erbe, al latte, all’orzo o ancora, ma più
nutrienti, i semi di zucca, di girasole, di lupini.
20 giugno 2003
mlgualtieri@hotmail.com
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