Quale lingua per l'Unione?

Un’Unione, una moneta, un Parlamento, ma molte lingue: il futuro dell’Europa si gioca anche sulla “questione linguistica”. Si riuscirà a trovare una soluzione in grado di contemplare la pluralità e la ricchezza delle specificità linguistico-culturali del Vecchio Continente con la necessità di uno strumento di comunicazione unificante? Come contemperare la consapevolezza di un destino comune con la tutela del patrimonio costituito dalla polifonia dei linguaggi e delle culture europee?

Con il dossier che segue Ideazione prosegue il suo impegno su questo fronte – avviato con i contributi pubblicati sul n. 5/2002 – con l’obiettivo di salvaguardare il ruolo e la funzione dell’italiano, ma anche delle altre lingue nazionali europee, di fronte ai rischi sia del caos multilinguistico che di un monopolio anglofono. L’Unione europea ha sicuramente bisogno di semplificare e unificare il suo sistema di comunicazione linguistica ma, al tempo stesso, deve salvaguardare tutte le lingue nazionali riconosciute come strumento essenziale per la vita materiale e culturale delle popolazioni. 

Contro l’istituzione di una gerarchia delle lingue si sono recentemente mobilitate le più rappresentative istituzioni linguistiche d’Europa, tra cui l’italiana Accademia della Crusca e l’Opera del Vocabolario italiano, che si sono riunite in una “Federazione europea delle istituzioni linguistiche nazionali”, fondata a Bruxelles nel giugno 2002. Il documento di base di questo organismo – le “Raccomandazioni di Mannheim-Firenze”, il cui testo pubblichiamo nel dossier che segue – propone una soluzione realistica e autenticamente europea alla “questione della lingua”. La presentiamo ai nostri lettori spiegata e supportata dalle argomentazioni del professor Francesco Sabatini, presidente dell’Accademia della Crusca. Insieme ad altri percorsi possibili – quali ad esempio la riproposizione della cosiddetta “lingua internazionale” – costituisce un contributo fondamentale alla costruzione del futuro dell’Europa che verrà.

23 maggio 2003

(da Ideazione 2-2003, marzo-aprile)
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