Un percorso bio-bibliografico

Nato a Parigi il 14 marzo 1905, Aron ha svolto per quasi un cinquantennio un’intensa attività giornalistica, scientifica ed accademica. E’ stato autore di decine di libri e di centinaia di saggi ed articoli, molti dei quali tradotti in italiano. Il suo testo più famoso è “L’oppio degli intellettuali” del 1955 (disponibile nella traduzione curata da Ideazione nel 1998), una critica demolitrice dei miti ideologici della sinistra. Nella sua produzione accademica spiccano “Pace e guerra tra le nazioni” (1962), “Penser la guerre” (1976). Poco prima di morire ha pubblicato un volume di “Memorie” (1978), un’affascinante cavalcata attraverso il XX secolo, visto con gli occhi di un osservatore partecipe e mai banale. Un’utile introduzione alla sua opera è rappresentata dalla raccolta di saggi “La politica, la guerra, la storia”, curata nel 1992 da Angelo Panebianco. Dopo la sua scomparsa, avvenuta nella capitale francese il 17 ottobre 1983, sono sorti a Parigi la Société des Amis de Raymond Aron, presieduta dal grande antropologo Claude Lèvy-Strauss, ed il Centre de Recherches Politiques Raymond Aron, presso il quale è stato depositato il suo imponente archivio (biblioteca, manoscritti, corrispondenza), ordinato con cura da Elisabeth Dutartre e oggi a disposizione degli studiosi. L’attualità del pensiero di Raymond Aron dopo la fine del mondo bipolare è il titolo del simposio internazionale svoltosi a Budapest lo scorso ottobre su iniziativa della Fondazione Joseph Károlyi, nel corso del quale studiosi provenienti da tutto il mondo hanno discusso il suo lascito intellettuale e scientifico. 

Di recente, la rivista Studi perugini gli ha dedicato un numero monografico, con saggi, tra gli altri, di N. Baverez, R. Freymond, S. Mesure, J. Stark e P. Tommissen. Il contributo critico pubblicato in questa sezione accanto al breve profilo tracciato da Alessandro Campi è opera dello statunitense Daniel J. Mahoney, autore di un importante saggio sullo studioso francese apparso nel 1992 (The liberal political science of Raymond Aron. A critical introduction) e responsabile, insieme a Brian Anderson, del “Transaction’s Aron Project”, finalizzato alla pubblicazione negli Stati Uniti di nuove edizioni delle principali opere aroniane. Il testo di Mahoney rappresenta una lettura complessiva dell’Aron teorico della libertà, critico del relativismo e del nichilismo e fautore della “morale della prudenza”. I due saggi aroniani – entrambi di argomento in senso lato polemologico ed internazionalistico – compaiono per la prima volta in lingua italiana, grazie all’autorizzazione concessa dagli eredi. Li si è scelti nel convincimento che proprio sul tema della guerra e della pace e nel campo delle relazioni internazionali Aron ha dato il meglio di sé come studioso ed analista. La paix belliqueuse è stato pubblicato originariamente nel 1946, nel terzo fascicolo della rivista Promotions. La sua stesura, nel maggio-giugno dello stesso anno, è avvenuta nell’ambito di un corso tenuto dallo studioso francese presso l’Ena, all’epoca diretta da Michel Debrè. In questo articolo si trova, non ancora formulata ma già ampiamente abbozzata, la formula “pace impossibile, guerra improbabile” che Aron enuncerà l’anno successivo e che costituirà la base dei suoi studi di politica internazionale. La société industrielle et la guerre riprende invece la versione originale francese di una conferenza tenuta da Aron nel 1978 presso la London School of Economics su uno dei suoi temi preferiti: la guerra nella società moderna. L’articolo rappresenta un interessante riesame delle tesi enunciate circa venti anni prima, nel 1959, nel fortunato volumetto intitolato per l’appunto La société industrielle et la guerre.

25 aprile 2003

(da Ideazione 1-2001, gennaio-febbraio)
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