La buona politica scopre l'arte
di Renato Tubére

Un immenso museo a cielo aperto, spesso gestito con miopia: ecco l’opinione che all’estero si sono fatti dell’Italia, viste le condizioni di degrado di tanti, troppi prestigiosi beni culturali. La cattiva gestione del personale addetto alla custodia di tali beni e l’incompetenza di amministratori e politici susseguitisi nel corso degli ultimi decenni sono all’origine dell’insufficiente valorizzazione di questo tesoro invidiatoci in tutto il mondo. Detto questo, bisogna però distinguere il grano dal loglio per non cadere nella facile tentazione di criticare tutto e tutti indistintamente. Il Piemonte, ad esempio, se da un lato assiste sconsolato al finanziamento pubblico, ottenuto dalla sinistra salottiera, di eventi pseudo artistici come l’ultima rassegna di arti cinematografiche e figurative denominata Big Festival 2002 dall’altro vanta la nascita nell’ultimo quinquennio di un polo multiculturale ai confini con la Francia. Grazie alla lungimiranza di Giampiero Leo, assessore regionale di Forza Italia all’Istruzione ed ai Beni Culturali, finanziamenti predisposti dalla Comunità Europea valorizzano adesso la natura e le testimonianze artistiche di un’area geografica ingiustamente trascurata da critici d’arte e media: la provincia di Cuneo.

Questo territorio si contraddistingue per l’assenza di grandi industrie, poiché da sempre le attività economiche principali sono l’agricoltura e l’artigianato di grande qualità. La Provincia Granda - così viene chiamata dai propri abitanti, tutt’altro che remissivi di fronte alle false sirene della società dei consumi – ha oggi il record invidiabile della nuova occupazione. Dei 20mila nuovi posti di lavoro creati a vario titolo nel 2002 in Piemonte, quasi un terzo sono nati qui, a dimostrazione del forte spirito imprenditoriale di questi piemontesi di frontiera. Da qui Torino, con la crisi-Fiat che incombe come una spada di Damocle sul suo futuro, sembra lontana anni luce. Ma soffermiamoci sul capitolo cultura: in stretta correlazione con le vicine regioni francesi della Linguadoca e della Provenza, con il territorio montano dei Pirenei a cavallo tra Francia e Spagna e con le comunità presenti in altre regioni italiane (Liguria e Calabria) Espaci Occitan (Spazio Occitano), progetto transfrontaliero nato con Interreg II Italia-Francia, permette a chi risiede qui di continuare ad usare la lingua d’oc. Lo studio e la diffusione di quest’antica progenitrice dell’italiano promuove oggi attività turistiche, artigianali, agricole e culturali del territorio in sinergia con gli abitanti delle terre limitrofe. In quest’area geografica, un tempo sede del glorioso Marchesato di Saluzzo, un percorso museale multimediale di nome Mistà accompagna il turista nella visita dei numerosi monumenti – uno per tutti, lo splendido Castello della Manta, alla periferia di Saluzzo - che, dal basso Medio Evo ai nostri giorni, costellano le tranquille valli del Monviso e delle Alpi Marittime. 

Ma è l’arte contemporanea il settore che meglio caratterizza il successo di questo nuovo modo di far cultura: Caraglio, cittadina di 6mila abitanti all’imbocco della suggestiva Valgrana, attira sempre più visitatori, soprattutto d’oltralpe, ad ammirare le splendide mostre di Marcovaldo. Quest’associazione di volontariato ha ottenuto la ristrutturazione di alcuni monumenti del XVII secolo in grave stato di abbandono, come il convento dei cappuccini ed il prestigioso Filatoio Rosso, prima sede in Italia di un’industria della seta, per farne le sedi delle sue attività odierne. E’ sorto così un produttore altamente qualificato di eventi culturali che offre lavoro a 11 dipendenti e a 45 consulenti, quasi tutti giovani, e che, grazie alla partnership con la Regione Piemonte e con le principali Fondazioni bancarie del territorio, consente oggi l’affermarsi di un nuovo turismo culturale. Così, nel corso di questi ultimi due anni, Caraglio ha ospitato tra le altre la splendida mostra di dipinti, incisioni, fotografie e video di artisti moderni e contemporanei “Camere con vista”, retrospettive dedicate a Mario Sironi, Filippo De Pisis e a Felice Casorati ed il meraviglioso Teatro dei sensibili con le deliziose marionette dell’immaginifico Guido Ceronetti. Un nuovo modo d’imprendere, facendo vera politica culturale, si sviluppa in questo estremo lembo nord-occidentale della penisola: l’augurio è che Caraglio e dintorni siano d’esempio a tutti gli operatori del settore per trovare nuova linfa al rilancio dell’arte e delle sue testimonianze d’incommensurabile valore nella nostra amata Italia.

11 aprile 2003

renatotubere@email.it

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