I vini del Franco Bevitore. La rivincita del Mezzogiorno
di Franco Ziliani 

L’ho già scritto più volte: grazie al vero e proprio rinascimento, al totale ripensamento del modo di produrre, nel quale è sempre più impegnato, il vino del Sud si avvia ad ottenere riconoscimenti e successi, commerciali e d’immagine, che sino a dieci anni fa sarebbero stati impensabili. Intendiamoci, ci sono aspetti che non mi convincono e mi appaiono contestabili. C'è di certo bisogno di un ripensamento e della acquisizione progressiva di sicurezza e di maturità, soprattutto in un periodo di vivacissimo fermento, basta pensare all’autentica mania di ritenere che il Sud (Campania, ma soprattutto Puglia e Sicilia) possa diventare la California o il Nuovo Mondo italiano, e che di conseguenza i suoi vini debbano forzatamente adeguarsi allo stile di quelle lontane terre vinicole dalle recenti tradizioni, assumendo uno stile internazionale, dato dal massiccio uso della barrique negli affinamenti, dal crescente impiego di vitigni alloctoni (Cabernet, Merlot e Syrah per intenderci), che sono totalmente estranei all’identità dei vini del nostro Mezzogiorno. 

Quando però i viticoltori ed i produttori dimenticano questi ingenui provincialismi e si ricordano di quali tesori li abbia dotati la natura, per la ricchezza di straordinari vitigni autoctoni su cui lavorare, per la varietà dei terroir e dei microclimi, per la benevolenza del clima, che facilita una perfetta maturazione delle uve, allora, senza ricorrere a forzature, e limitandosi ad assecondare quel che la vigna regala, riescono a creare vini autentici, profondamente e orgogliosamente meridionali, che possono addirittura incantare. Soprattutto quando il nome del produttore sia totalmente sconosciuto, e l’imbattersi in vini del genere si trasformi in una piacevole sorpresa. E’ stato questo il caso dell’IGT Salento Rosso 2001 Carminio, nel quale mi sono imbattuto, per caso, a fine novembre, in quel di Lecce, in occasione del primo Salone dei vini di Puglia a Lecce.

Il Carminio, voglio dirlo subito, è un vino non solo delizioso e vero, ma esemplare di un modo, a mio parere, ottimale, di interpretare oggi un vino rosso pugliese e salentino, che riesce ad essere moderno (giacché il vino ha la pulizia e l’intensità di frutto, l’appeal diretto che si richiede oggi ad un vino del Sud), pur mantenendosi intelligentemente tradizionale, grazie all’utilizzo di un’uva intimamente salentina come il Negroamaro e all’esaltazione delle caratteristiche aromatiche e gustative che sprigiona. Il merito è tutto di un piccolo vignaiolo, mani callose e tanta modestia e simpatia, al suo primo anno di imbottigliamento con propria etichetta, Alessandro Carrozzo, di Magliano (frazione di Carmiano, a sua volta vicinissima a Copertino, titolare di un’omonima DOC), e soprattutto di un vecchio vigneto, rigorosamente ad alberello, che, poco produttivo, riesce a regalare un’inusitata, magnifica intensità e quel southern taste che tutti noi, e non solo gli appassionati del vino di lingua inglese, ricerchiamo in un vino del Sud.

Un vino profumato di sole questo Carminio dall’etichetta rossa squillante, un concentrato, naturalissimo, d’uva perfettamente matura e lievemente appassita, dal colore rubino carico profondo, grasso e viscoso nel bicchiere, dai profumi dolci, caldi, suadenti, fitti e carezzevoli di prugna, ciliegia, di una mora venata di liquirizia, increspati da sfumature di castagne e di terra. In bocca, il Carminio mostra una perfetta corrispondenza a quanto promesso a naso, un’ampia tessitura, una materia ricca, matura, ben polputa, un gusto asciutto, terroso, una salda struttura tannica, e soprattutto una magnifica compattezza, una lunghezza di sapore, di frutta e di terra, e di sole, dovuta anche ad un alcol sostenuto (14 gradi) ma bilanciato, da vino d’assoluto carattere, che per certi versi, senza possederne ancora la complessità, (ma anche con un costo sensibilmente inferiore), ricorda il fantastico Graticciaia delle Agricole Vallone, a mio avviso, insieme al Patriglione di Taurino, il miglior vino, base Negroamaro, prodotto oggi in Salento, entrambi curati da quell’enologo princeps che è Severino Garofano. Per questo bellissimo, caldo vino della dolcezza e dell’allegria, la cui retroetichetta riporta un testo che recita: “Rosso come il fuoco che incendia il tramonto, rosso come il sangue che mi scorre nel cuore, rosso come il carminio, rosso come il buon vino”, un esordio assolutamente folgorante, da standing ovation.

28 marzo 2003

bubwine@hotmail.com

Cantina vitivinicola Alessandro Carrozzo, via Marconi 45 - 73040 Magliano LECCE. Tel. e fax 0832 601525, prezzo € 6 
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