Ayn Rand, l’oggettivismo arriva sulla Rete
di Stefano Magni

Il Comitato Ayn Rand, associato ai Comitati per le Libertà, ha dato vita al sito Libertà Oggettiva (www.libertaoggettiva.org), il primo (e finora unico) portale italiano sull’oggettivismo. Si tratta di un sito che ha una triplice funzione: presentare in modo sintetico (e in italiano) le opere di Ayn Rand e i principi della filosofia oggettivista in tutti i suoi aspetti; commentare le notizie di attualità da un’inedita angolazione oggettivista e fornire all’utente una serie di links utili per esplorare il mondo dell’oggettivismo in rete. “Oggettivismo” è un termine ancora largamente sconosciuto in Italia, anche a chi si occupa professionalmente dello studio della filosofia contemporanea. Dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, in tutti gli Stati Uniti, invece, migliaia di persone si riconoscono nell’oggettivismo. Vi sono corsi di pedagogia oggettivista, recensioni di film visti da un punto di vista oggettivista, psicologi che si rifanno all’oggettivismo, posizioni politiche oggettiviste, associazioni di avvocati che studiano la legge oggettivista, imprenditori che fanno dell’oggettivismo la loro base di moralità. I club oggettivisti si inseriscono in molti licei e università degli Stati Uniti.

Non stiamo parlando di una religione o di una setta: l’oggettivismo è la filosofia di Alyssa Rosenbaum, detta Ayn Rand, filosofa e romanziera ebrea russa, fuggita negli Stati Uniti per esprimere liberamente le proprie convinzioni di dissidente. Sotto lo pseudonimo di Ayn Rand, adottato per evitare rappresaglie contro la sua famiglia rimasta in Unione Sovietica, la scrittrice ebrea di Pietroburgo, fra gli anni ’30 e gli anni ’70 è diventata una delle donne più famose d’America. Dopo un periodo di ristrettezze, in cui accettò i lavori più umili, Ayn Rand riuscì a far pubblicare il suo primo romanzo, l’autobiografico “We, the living” nel 1936 e due anni dopo la novella di fantascienza “Anthem”, in cui immaginava un mondo nuovamente sprofondato nell’arcaismo per colpa di un collettivismo imperante. Il successo lo ottenne con “Fountainhead” nel 1943, romanzo che esalta la figura di un architetto anticonformista e ribelle. Nei primi tre romanzi, Ayn Rand riuscì a veicolare molte delle sue idee sulla morale, l’estetica, la scienza e la storia. Ciò che accomunava i romanzi di questa scrittrice non era solo uno stile che riprendeva i classici del romanticismo, in cui i personaggi rappresentano simbolicamente vizi e virtù, ma una vera e propria filosofia di fondo. Un amore per la libertà e un’affermazione dell’individualismo così radicalmente sentiti da distaccarsi da tutti gli scrittori contemporanei. Milioni di americani furono attratti dalla figura di una scrittrice straniera che riprendeva e risvegliava con forza quegli stessi valori dei Padri Fondatori americani che gli Stati Uniti di Roosevelt stavano dimenticando in fretta.

Incoraggiata dal successo ottenuto con Fountainhead e visto l’interesse che la sua filosofia stava suscitando nel pubblico americano, nel 1957 Ayn Rand scrisse “Atlas Shrugged”, un romanzo filosofico che è considerato come la “bibbia” del pensiero randiano ed è tuttora, con più di cinque milioni di copie vendute, uno dei testi più letti negli Stati Uniti. Dopo questo romanzo, la scrittrice, pur rimanendo rigorosamente al di fuori del mondo accademico, incominciò a divulgare direttamente la sua filosofia, tramite articoli e seminari tenuti in privato di fronte a una platea sempre più numerosa di allievi. Ayn Rand diede alla sua filosofia il nome di “oggettivismo”, polemicamente opposto alla definizione di “idealismo”. In breve l’oggettivismo fu descritto da Ayn Rand, come un sistema filosofico integrato, “una filosofia che possa servire da guida nella vita di tutti i giorni”, riassumibile in cinque lapidarie definizioni: metafisica realista, epistemologia razionalista, etica egoista, politica capitalista di libero mercato ed estetica romantica. L’oggettivismo divenne un movimento culturale e politico di massa. Grandi nomi come Alan Greenspan, il presidente della FED, provengono da quel movimento e un candidato alla presidenza degli Stati Uniti, Barry Goldwater, vicino a queste idee, ascoltò più volte i consigli della Rand.

In Italia, Ayn Rand fu conosciuta da subito e fu da subito dimenticata. La sua filosofia non si è mai diffusa. Nel 1938 fu tradotto in Italiano “Noi vivi”, grazie soprattutto ai suoi contenuti fortemente antisovietici che facevano comodo al regime fascista. Il libro ebbe tanto successo da essere trasposto sugli schermi, nel 1942, con il film “Addio Kira” con Alida Valli, Rossano Brazzi e Fosco Giachetti. Il film, per i suoi contenuti troppo individualisti, fu immediatamente condannato dalla censura fascista e la pellicola si salvò miracolosamente. In italiano fu anche tradotta la novella fantascientifica “Anthem” con il titolo poco fedele di “La vita è nostra”, spacciato come seguito ideale di “Noi vivi”. Dopo la guerra, una volta scomunicato l’anticomunismo in tutte le sue forme, l’interesse delle nostre case editrici per Ayn Rand non scomparve del tutto. In Italia furono tradotti anche i due successivi romanzi, “La fonte meravigliosa” nel 1947 e “La rivolta di Atlante” nel 1958. Nelle sale cinematografiche arrivò anche il film di King Vidor tratto da “La fonte meravigliosa”, con Gary Cooper e Patricia Neal. Tuttavia, in Italia, la figura della Rand è rimasta sempre priva del suo spessore filosofico, relegata nel ruolo di romanziera ai confini della serie B. I romanzi della Rand, benché ristampati più volte, finirono ben presto dimenticati nei remainders. Fu solo nel 1999, in piena rinascita delle idee liberali anche in Italia, che il giornalista Nicola Iannello tradusse in italiano, per il piccolo editore Liberilibri, il primo saggio di filosofia oggettivista: “La virtù dell’egoismo”, una raccolta di conferenze e articoli di Ayn Rand sulla sua filosofia morale. In Italia e nella nostra lingua non c’è altro della filosofia della Rand.

Il sito Libertà Oggettiva, per questo, costituisce uno strumento unico per chiunque voglia approfondire l’argomento. Non si tratta, comunque, solo di un sito di approfondimento culturale, utile solo per chi voglia conoscere le idee della Rosenbaum. Prendendo esempio dal sito dell’Ayn Rand Institute, il principale istituto oggettivista, gli autori del sito hanno anche deciso di dedicare una sezione al commento di notizie di attualità. Ayn Rand stessa era un’intellettuale socialmente e politicamente impegnata. I suoi allievi dell’Ayn Rand Institute hanno seguito l’esempio, tenendo conferenze, presenziando in programmi radio e Tv, pubblicando il settimanale The Intellectual Activist, oltre che numerosi editoriali pubblicati da quotidiani statunitensi. I creatori del sito oggettivista italiano hanno deciso di fare altrettanto, fornendo, con una serie di articoli, una visione oggettivista dell’attualità, anche italiana ed europea. Proprio per la sua natura coerente e priva di compromessi intellettuali, la visione oggettivista dell’attualità può apparire anche “schietta”, talvolta “brutale”, come spesso si dice degli editoriali degli allievi della Rand negli Stati Uniti. Di fatto, si tratta di opinioni che la maggior parte dei liberali (soprattutto quelli più laici e radicali) condivide, ma non osa esprimere fino in fondo. E proprio per raccogliere i pareri di chi condivide o meno queste idee, in Libertà Oggettiva c’è anche il link a una mailing list di Yahoo, che, non a caso, è stata chiamata CapitaList.

17 gennaio 2003
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