Saggistica. Quel ruolo socialmente utile
del lavoro
di Paolo Terenzi
Nel volume "Il lavoro che emerge", Pierpaolo Donati, ordinario di
Sociologia all'Università di Bologna, analizza i cambiamenti
attuali nel significato del lavoro e l'impatto che questi hanno
sulla società. Oggi sono sempre di più i libri sulla "fine del
lavoro" che parlano della scomparsa del lavoro stabile a vantaggio
di forme di lavoro precario. Quest'opera di Donati va
controcorrente, già dal titolo che parla di un lavoro "che
emerge". Secondo l'autore, per affrontare i problemi della
in/dis-occupazione non appaiono soddisfacenti né la ricetta "lib",
che confida nelle virtù taumaturgiche della liberalizzazione dei
mercati, né la ricetta "lab", che punta sul controllo delle
imprese e dei mercati, né una combinazione "lib/lab" delle due
soluzioni. Lo studio intende proporre un quadro concettuale
originale che permetta di comprendere i nuovi scenari sociali
senza cadere in facili semplificazioni.
Le società moderne avevano valorizzato in modo prioritario, se non
esclusivo, l'aspetto economico del lavoro. Nell'epoca
dopo-moderna, sostiene Donati, è possibile recuperare la
dimensione sociale del lavoro, più comprensiva rispetto a quella
economica. Il volume si sviluppa secondo due direttrici. Da una
parte, è offerta una puntuale ricostruzione storica del ruolo e
dei significati assunti dal lavoro nelle diverse società. L'autore
distingue, a questo proposito, culture secolarizzate e culture
umanistiche. Il lavoro è ritenuto di solito una prestazione, uno
scambio, un ruolo, una condizione. Donati considera invece il
lavoro "una relazione sociale dotata di senso, intenzionale e
progettuale, riferito a valori ultimi" (p. 71).
Il libro, che non manca di mettere in luce certe ambiguità dei
discorsi sulla umanizzazione e sulla personalizzazione del lavoro
(pp. 104-107), indaga in modo analitico anche i principali
problemi che oggi le società occidentali devono affrontare. A
questo proposito si segnalano, ad esempio, la parte sui contratti
relazionali e quella sul capitale relazionale (pp. 181-197). Il
lavoro che emerge è un lavoro "societario", un lavoro, scrive
Donati alla fine del libro, che "fa perno sulle relazioni sociali
che incorpora ed esprime, trasformando continuamente i vincoli in
risorse" (p. 227).
13 settembre 2002
terenzipaolo@libero.it
P. Donati, "Il lavoro che emerge. Prospettive del lavoro come
relazione sociale in una economia dopo-moderna", Torino, Bollati
Boringhieri, 2001, pp. 245, € 19,63.
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