Visita guidata nell’Italia dei privilegi
di Piero Bonadeo


Esperto conoscitore della pubblica amministrazione, Raffaele Costa manda alle stampe un libro che vuole raccontare e descrivere piccoli e grandi privilegi, più o meno noti, di cui molti godono soprattutto nel settore pubblico. Si parte dalla definizione di privilegio e cioè, come dice l'autore stesso: "Il beneficiare di una norma, una prassi, una tolleranza che consente di ottenere, senza ragionevoli motivi, ciò che altri non possono o debbono ricevere". Non si tratta, in altri termini, del privilegio nascente da diverse condizioni sociali, oppure derivante da grandi fortune o grandi meriti, bensì dalla disparità di trattamento affermatasi con regole che dovrebbero, invece, assicurare la parità.

La scelta del settore pubblico, cui è dato largo spazio d'analisi, estesa, tuttavia, a qualche aspetto significativo del privato (farmacisti, notai, ecc…), è motivata proprio dal fatto che nel pubblico vigono o dovrebbero vigere imparzialità ed equità. Con i soldi di tutti non si dovrebbero creare disparità di trattamento. A questo si aggiunge il fatto che nel privato esiste maggior dinamicità, ovvero un'evoluzione permanente che tutto muove, mentre nel pubblico vige una sistematica rigidità per cui le nicchie appena create si cristallizzano in situazioni permanenti. Il libro di Costa – frutto di un lavoro di certosina ricerca tra fonti, spesso, difficilmente reperibili – accende progressivamente l’interesse e la curiosità del lettore, soprattutto grazie ai numeri di “affittopoli”, agli episodi, gustosi o amari, legati alle auto blu, o alle pagine dedicate ai partiti e ai sindacati, solo per citare alcuni esempi, che rivelano un mondo sommerso poco noto ai più.

Le pagine scorrono veloci nella giungla retributiva statale, nel metodo di assunzione della pubblica amministrazione, all'interno delle varie corporazioni. Si tratta di un'analisi approfondita che non risparmia il turismo parlamentare, i 4.000 dipendenti della FAO che godono di generosi contratti esentasse, la Banca d'Italia come gli Istituti di Credito, le Regioni a statuto speciale. Un'analisi, ancora, che si spinge sino alla cooperazione internazionale e al ministero degli Esteri. Dopo un corposo passaggio al Quirinale e alla RAI si approda al Parlamento, cui vengono dedicate circa 20 pagine, dalle quali traspare il palese disagio dell'autore nel dover raccontare quei privilegi di cui lui stesso gode. Già, perché le 440 pagine di questo libro, diviso secondo l'ordine alfabetico, a mo’ di enciclopedia, sono state curate, come citato in copertina, proprio da un privilegiato. Si tratta, in definitiva, di una vera e propria miniera d'informazioni, tutte da scoprire. Le conclusioni le lasciamo alle parole di Raffaele Costa:"Ci sono tanti privilegi, nascosti e non in Italia, accanto però a tante comunità, tanti uffici (pubblici e privati) dove si lavora con passione e senza particolari vantaggi. Sono quelli su cui conta soprattutto l'Italia. Dopo questo libro cambierà poco. Si saprà solo qualcosa di più. Un piccolo passo in avanti".

5 luglio 2002

Raffaele Costa, L’Italia dei privilegi, Mondadori, Milano, 2002, pp. 440, € 14,72
 
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