I vini del Franco bevitore. Un vino che
profuma di Est
di Franco Ziliani
Quando si parla, ovviamente magnificandone il fascino e
gl'indiscutibili meriti, del Collio goriziano e dei suoi vini, ci
si dimentica spesso che a pochissimi chilometri di distanza dai
borghi a noi cari chiamati Cormons, Capriva, Dolegna, Farra
d'Isonzo, Gradisca, c'è un altro Collio, meno noto e frequentato,
soprattutto per motivi linguistici, ma che è in grado di offrire
vini, soprattutto bianchi, che non hanno nulla da invidiare alle
migliori Ribolla, Sauvignon, Chardonnay prodotti in terra
italiana. Questa zona, che troviamo appena superata la frontiera,
in Slovenia, è l'area denominata Brda-Collio, molto più simile di
quel che si pensi, per cultura vinicola, tradizioni, per
l'utilizzo delle stesse varietà, della nostra titolata Doc. Una
zona che dopo anni d'oggettive difficoltà, dovute alle scelte
dell'ex governo comunista jugoslavo, che al termine della seconda
guerra mondiale, nel 1947, varò una serie di leggi che limitarono
ad un minimo esistenziale l'attività individuale e portarono alla
nazionalizzazione di gran parte delle tenute agricole, dopo il
crollo del Muro di Berlino e con il ritorno all'iniziativa privata
su grande scala dovuta al cambio di regime politico e all'arrivo
della democrazia, sta finalmente recuperando il posto che merita
nel panorama vitivinicolo europeo.
Le migliori cantine, che spesso elaborano uve provenienti da
vigneti posti sia nel Collio sloveno, sia in territorio italiano,
hanno recuperato velocemente il tempo perduto e le tecniche
enologiche che utilizzano sono pressoché identiche alle nostre.
Per i vini bianchi base una classica vinificazione in acciaio con
serbatoi a temperatura controllata, mentre per le cuvée e le
riserve più importanti, oltre che per i rossi, si ricorre
comunemente all'affinamento in barrique. Tra le aziende che negli
ultimi anni si sono maggiormente poste in evidenza, vogliamo oggi
consigliarne una, con sede a Ceglo, nella zona a denominazione
d'origine controllata Goriska Brda, che grazie ad undici ettari
vitati e ad una produzione media complessiva di 80 mila bottiglie,
suddivise tra Chardonnay, Chardonnay reserve, Sauvignon blanc,
Furlanski Tokaj, Sivi Pinot (ovvero Pinot grigio), oltre ad un
Cabernet Sauvignon e ad un taglio bordolese Cabernet-Merlot, può
proporre una gamma ricca di vini molto rappresentativi e ben
curati, che hanno il pregio di essere facilmente reperibili in
Italia, visto che sono distribuiti da Classica, la società di
distribuzione della casa vinicola Avignonesi di Montepulciano.
Anche i vigneti dei Simcic, una famiglia che già nel primo
Ottocento gestiva un'osteria a Medana, la Trattoria al Gelso, dove
veniva servito il loro vino, si trovano parte in Slovenia e parte
in Italia. La conduzione tecnica oggi è nelle mani del giovane
Marjan, che è riuscito ad ingentilire i vini, rispettandone il
rigore stilistico e l'identità storica, con l'obiettivo di
ottenere la più alta qualità.
Tra i vini, tutti curati e ben fatti e rispettosi delle
caratteristiche varietali, che ho assaggiato, quello che mi ha
maggiormente colpito, anche perché utilizza quella formula dell'uvaggio
bianco, della cuvée d'uve diverse che credo sia una delle grandi
chance del Friuli, (e della vicina Slovenia), è la riserva Teodor
Belo, annata 1999, che nasce da una base prevalente di Ribolla
gialla (60%), la varietà più tradizionale della zona, quella in
grado d'esprimere al meglio il terroir locale. Accanto alla
Ribolla, un 20% sia di Chardonnay che di Pinot bianco. Ogni
varietà si è affinata 18 mesi in piccoli fusti di rovere francese
(50% nuovi e 50% usati per un anno), prima dell'assemblaggio, ed
il vino ha riposato almeno sei mesi in bottiglia prima della
commercializzazione. Diciamolo subito, il vino non è la solita,
prevedibile, più o meno calibrata e ben fatta esercitazione sul
tema bianco in barrique e l'assaggio non regala le consuete
sensazioni di vaniglia e frutta esotica. Il Teodor Belo, oltre a
farsi apprezzare per il suo magnifico giallo intenso con riflessi
dorati, splendenti, colpisce per l'intensità, la compattezza, la
complessità del suo bouquet aromatico, dove i leggeri accenni
tostati servono da propellente per mandare in orbita, pardon, nel
bicchiere, elegantissime note floreali, un fruttato molto maturo,
polputo, caldo che richiama la prugna gialla, la pesca,
l'albicocca, e poi accenni di miele, pan di spezie, frutta secca.
La bocca è all'insegna di una notevole grassezza e consistenza, di
una bellissima succosità di frutto e gioca sul trinomio
dolcezza-espansione-consistenza, esaltata e bilanciata da una
bellissima acidità fresca, che equilibra l'alcool sostenuto (13
gradi e mezzo), gli accenni di sovramaturazione e lo spessore
dovuti al lungo affinamento in legno, dove il vino si è ben
integrato acquisendo ricchezza. Data la sua corposità e la salda
struttura è possibile una gamma d'abbinamenti piuttosto vasta, che
da antipasti, crostacei, primi piatti a base di verdure, creme di
funghi, secondi di pesce i più impegnativi, (anche con
preparazioni salsate), può estendersi agevolmente anche a
preparazioni a base di pollame, e formaggi semi stagionati. Con la
sua bella personalità, il carattere saldo, il suo grande
equilibrio, dimostra che anche l'altro Collio, quello sloveno,
merita di essere preso molto sul serio.
21 giugno 2002
Bubwine@hotmail.com
Teodor Belo 1999 Réserve Simcic. Uve: Ribolla Gialla, Pinot
Bianco, Chardonnay. Gradi: 13,5°. € 19. In vendita on line sul
sito
www.classica.it. E-mail: classica@classica.it
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