Cucina. Se la fragola finisce in barattolo
di Maria Luisa Gualtieri


Per la mente umana il cibo non ha valore solo come nutrimento del corpo ma assume una valenza altamente sentimentale e sociale: lega cioè l'individuo alla vita familiare e alla cultura d'appartenenza non meno degli stessi rapporti parentali. Ognuno di noi ha nel proprio bagaglio di ricordi un sapore, un profumo che lo lega alla sua infanzia, alle feste in famiglia, alle tradizioni del suo paese. In primavera e in estate le nostre nonne per secoli hanno rimestato, cotto, confezionato gelatine, sciroppi di frutta e odorose marmellate per i giorni magri dell'inverno. E con esse poi hanno spalmato fragranti fette di pane, o farcito torte di anniversari e compleanni.

Proviamo anche noi a mettere sottovetro i frutti dell'estate, per poi gustarli sottoforma di marmellate, liquori o sciroppi. Il che può far pensare a lunghi preparativi e a tante ore trascorse in cucina alle prese con pentole e barattoli vari. In realtà, basta un frullatore a volte e neanche tanta pazienza per ottenere vere prelibatezze. La leccornia del momento è la fragola, dall'aspetto invitante, la polpa fragrante e profumata, quasi la creazione di un fantasioso pasticcere più che un modesto frutto di bosco. Prepariamo una crema di fragole con 150 grammi di fragole, due bicchieri di panna liquida, 50 grammi di zucchero di canna. Frulliamo tutti gli ingredienti che lasceremo raffreddare in frigo. Poi serviamo in coppe guarnite di fragole fresche.

O prepariamo una marmellata con un chilo di fragole, mezzo chilo di zucchero di cannacee faremo sciogliere in mezza tazza d'acqua e poi bollire per mezzo minuto. Aggiungiamo le fragole e, rimestando delicatamente, lasciamo cuocere per circa venti minuti. Versiamo nei vasi, lasciamo raffreddare a vaso scoperto, quindi chiudiamo ermeticamente. La marmellata di fragole è già pronta!

10 maggio 2002

mlgualtieri@hotmail.com



 

stampa l'articolo