Saggistica. Ecco la ricetta per una scuola di qualità
di Cristiana Vivenzio


“La sfida dell’educazione oggi è soprattutto una sfida culturale, una sfida relativa al significato, al senso dell’educare stesso”. All’indomani dell’approvazione da parte del governo del disegno di legge Moratti sulla riforma scolastica in molti chiedono anche un impegno qualitativo nella costruzione della scuola del terzo millennio. E’ questo il nodo centrale della riflessione che Paolo Terenzi - studioso di Sociologia dei processi culturali all’Università di Bologna - avanza e sviluppa nel volume recentemente pubblicato da Ideazione editrice “Per una scuola di qualità. Educazione e società in Italia” (Quaderni della Fondazione Ideazione, € 5.16). Nel saggio di Terenzi ad assumere un ruolo di centralità non è tanto la questione scolastica tout court, dunque, quanto la realizzazione di una “scuola di qualità”. Un’impostazione questa che scardina i più diffusi luoghi comuni sul modo di intendere l’istituzione scuola, attraverso la riscoperta di una funzione educativa che non può ridurre il ruolo di quest’ultima a semplice agenzia di adattamento sociale.

Secondo il percorso logico seguito dall’autore, parlare di qualità significa innanzi tutto abbandonare quel modo “classico” di approcciarsi al tema che ha da sempre privilegiato gli aspetti organizzativi e istituzionali su quelli pedagogico-qualitativi. Per un verso è innegabile la pregnanza di questo tipo di argomentazione, essenziale poiché costituisce l’impalcatura stessa su cui si regge l’intero sistema scolastico. Ma secondo il giovane ricercatore bolognese “incentrare la discussione esclusivamente su problemi tecnici, di ingegneria politica applicata ai problemi scolastici rischia di far rimanere sullo sfondo, viziando in qualche modo il dibattito, la portata culturale dei temi trattati e delle proposte avanzate”.

Partendo dall’analisi del sistema scolastico italiano Terenzi passa con intenzioni comparative ad analizzare gli omologhi sistemi europei, sostenendo che la centralità del tema scuola è stata favorita anche, se non soprattutto, dalla dimensione europeista e da un aumento del livello della competitività. Il ritardo registrato dall’Italia rispetto all’Europa almeno per quanto riguarda lo sviluppo e l’utilizzo delle nuove tecnologie multimediali ad esempio dimostra questo sfasamento e pone sul tavolo questioni e impostazioni del tutto nuove. Il saggio prosegue poi con l’analisi del rapporto tra scuola e società italiane. “Il paradigma concettuale moderno – scrive Terenzi – che vede l’educazione stretta tra i poli della politica e dell’economia, permane, anche se con nuovi significati e sotto nuove forme, anche nella post-modernità”. Partendo dalla valenza politica ed economica dei processi educativi, l’autore suggerisce una rilettura dei percorsi didattici in primo luogo in termini di multiculturalismo e, in secondo luogo, in funzione di un miglioramento del rapporto tra scuola e mondo del lavoro. Un’ottica cara ai “riformatori morattiani”: un nuovo ruolo per la scuola, che sia in grado di insegnare a far fronte alle sfide del presente, ripensando la natura stessa del sapere. No all'insegnamento nozionistico e sì al sapere critico, sembra riassumersi in questo slogan, ricco di significati, dunque, la costituzione della vera scuola di qualità.

15 febbraio 2002

c.vivenzio@libero.it

P. Terenzi, Per una scuola di qualità. Educazione e società in Italia, Ideazione editrice, 2002, € 5.16.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

stampa l'articolo