I vini del Franco bevitore. Freisa, un vino di sostanza
di Franco Ziliani


Forse bisognerà chiederne notizia mandando un avviso a “Chi l’ha visto”, ma della Freisa, “uno dei vitigni piemontesi più importanti e antichi”, sembrano quasi essersi perse le tracce. A dare retta al monumentale “Vitigni d’Italia” (edito lo scorso anno da Calderini Edagricole), questo vitigno rustico oggi sembrerebbe essere divenuto vittima della sua controversa fama di varietà scarsamente adattabile ai diversi tipi di terreno, che, sebbene possa avere una produzione costante e abbondante ,(con epoca di maturazione tra le uve Barbera e i Nebbioli) sconta spesso un’endemica difficoltà di maturazione e una volta lavorata in cantina ci mette molto tempo per maturare. In un mondo di rossi plasticamente rotondi, senza spigoli, morbidi e beverini come altrettanti succhi di frutta, era abbastanza ovvio che con la sua spiccata acidità, il suo gusto secco e un po’ aspro ed i tannini ben pronunciati, finisse col fare la figura della mosca bianca, dell’ultimo dei mohicani, dell’irriducibile, che non si arrende all’omologazione imperante anche in campo vinicolo ed enologico.

La povera Freisa ha sopportato quest’emarginazione con molta dignità. Superando la riduzione forzosa, toccata proprio a lei, con il suo carattere saldo, la sua refrattarietà ad essere diversa da quello che è. Vilipesa, trascurata, talvolta utilizzata sotterraneamente, nel buio delle cantine, come correttivo del Dolcetto e per conferire serbevolezza, dicono, a Barbera e Nebbiolo, per fortuna la Freisa non si è arresa e sa di poter contare sulla tenace resistenza di pochi, irriducibili e testardi cultori. Persone un po’ all’antica e rispettose delle migliori tradizioni, se Dio vuole, refrattarie alle mode imperanti come Mauro Mascarello di Monchiero (azienda agricola Giuseppe Mascarello) con la sua Freisa Toetto, i Brezza di Barolo con il Santa Rosalia, i Cavallotto di Castiglione Falletto e quel magnifico ristoratore, grande conoscitore di vino, che è il Gian Bovio del Belvedere di La Morra. La vera Freisa è tannica quanto basta e deve smorzare le sue asprezze in un lungo affinamento in legno, ha altri orgogliosi campioni e portabandiera, come Mario Pesce, titolare dell’Antica Casa Vinicola Scarpa (tel. 0141 721331) di Nizza Monferrato, con la sua Monferrato Freisa La Selva di Moirano ed un intelligente, riflessivo e colto viticoltore di Barolo di cui abbiamo recentemente magnificato il Dolcetto Coste & Fossati, Aldo Vajra.

Quella di Aldo Vajra è una Freisa davvero spettacolare, dalla bellissima etichetta, prodotta purtroppo in solo seimila bottiglie. Che si spera possano essere qualcuna di più con l’annata 2000 di prossima uscita. Trattato finalmente come un vino serio qual è, il loro Langhe Freisa Kye’ 1999, affinato per 8-12 mesi, in base all'annata, parte in botti di rovere di Slavonia da 2500 litri e parte in tonneaux di secondo passaggio, ottenuto da un vigneto di circa 20 anni, frutto di una selezione massale, dalla resa per ettaro di 35-40 ettolitri, sembra fatto apposta per smentire i superficiali ed i disinformati che considerano quest’uva piemontese solo come una varietà trascurabile e da dimenticare. Colore violaceo profondo e vivace, brillante, luminoso e pieno di vita, il Kyé non può che entusiasmare con il suo profumo intensamente fragoloso e floreale, le sue note selvatiche e speziate, che vanno dal pepe nero al sottobosco bagnato, la fragranza e la dolcezza d’insieme di un bouquet di rara forza e pulizia. In bocca dimenticatevi i vinelli un po’ effeminati e plasticosi che piacciono solo ai wine snob e che non hanno niente da dire e da dare, e godetevi con gioia la carnosità, la terrosità, la grande ricchezza di sapore, l’estrema sapidità minerale, la pienezza senza esitazioni, i tannini saldi e mordenti, vigorosi di questa Freisa al maschile. L’estrema nitidezza del frutto, la qualità e lo stile di una vinificazione svolta con estrema accuratezza per regalarci un vino di sostanza, ma estremamente piacevole e godibilissimo su lasagne ben condite, la ricca gamma d’antipasti freddi e caldi della cucina di Langa, cima alla genovese, salumi, salsiccia, sino alla magnifica frittura mista, con carni, verdure e dolci, alla piemontese. Volete mettere i soliti, noiosissimi e prevedibili Cabernet e Merlot ?

1 febbraio 2002

bubwine@hotmail.com

Azienda agricola G.D. Vajra, via delle Viole 25, Vergne di Barolo Cuneo. euro 27. Tel. 0173 56257 fax 0173 56345. E-Mail gdvajra@tin.it

 

 

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