I vini del Franco bevitore. Franciacorta, bollicine all’italiana
di Franco Ziliani
Da una recente indagine mensile, condotta intervistando i titolari
di 400 enoteche, realizzata dall'Osservatorio del Salone del Vino,
è emerso che nel dicembre 2000 le vendite di vino si sono
incrementate del 26 per cento rispetto alla media annua e che gli
appassionati si sono dichiarati disposti a spendere (anche se non
si sa se l’abbiano effettivamente fatto…) mediamente 123.000 lire
per una bottiglia, con punte anche di molto superiori. Sempre
secondo questo rilevamento, nell'ultimo mese del 2001 gli italiani
che hanno dichiarato di acquistare vino per fare un regalo sono
passati dal 33 per cento al 53 per cento. C'è un altro dato
sorprendente emerso dal sondaggio, il deciso sorpasso delle
“bollicine” italiane sullo champagne: quando si parla di
“bollicine” la spesa massima che il cliente medio delle enoteche
ha dichiarato essere disposto a sostenere si è attestata attorno
alle 115.000 lire, e gli enotecari hanno risposto che, nel periodo
delle feste, lo spumante metodo classico italiano è andato più
forte dello champagne. Di questo parere è stato il 61 per cento
degli intervistati, mentre a favore delle bollicine d'Oltralpe si
è pronunciato solo il 31 per cento degli enotecari. Note positive
anche dal punto di vista delle vendite: lo spumante in questo
periodo ha conosciuto un incremento del 17 per cento, mentre lo
champagne tenderebbe a salire solo del 12 per cento.
Nella graduatoria dei vini più venduti, nel periodo che ha
immediatamente preceduto le festività, ai primi posti si sono
confermati i grandi vini rossi italiani, col Brunello che resta
leader indiscusso, seguito da Barolo, Chianti, Chianti Classico,
Barbaresco. Ma nel gruppo dei primi 12, anche grazie all'effetto
“Capodanno" sono prepotentemente entrate le “bollicine” di
Franciacorta. La zona vinicola bresciana, difatti, sebbene con
solo 40 anni di storia, si è imposta come l’area spumantistica in
grado di esprimere, a livello ampiamente diffuso e generalizzato e
non solo limitato a singoli exploit, come accade in Trentino con
Ferrari (ed in misura minore con Pojer & Sandri, Letrari, Methius
- Dorigati), le migliori bollicine metodo classico italiane. Basta
scorrere l’elenco dei vini franciacortini premiati dalle cinque
guide enologiche italiane edizione 2002, (consultabile sul
rinnovato sito del Consorzio Franciacorta -
www.franciacorta.net), per
verificare il numero cospicuo d’aziende che si collocano al top,
ben undici diverse, con i loro vari Brut, Extra Brut, millesimati,
Satèn, Extra dry, Demisec o Rosé. Undici case - in ordine
alfabetico: Barone Pizzini, Bellavista, Cà del Bosco, Cavalleri,
Contadi Castaldi, Il Mosnel, La Ferghettina, Monte Rossa, Ricci
Curbastro, Uberti, Villa - ma che potevano essere anche di più, se
si considera che altre aziende - come Bersi Serlini, Faccoli,
Fratelli Berlucchi, Gatti, La Montina, Majolini, Monzio Compagnoni
- sanno proporre Franciacorta d’eccellente livello. Vini che in
una degustazione alla cieca s’imporrebbero sicuramente sulla
stragrande maggioranza dei vini trentini e dell’Oltrepò
eventualmente inseriti nel confronto.
A parte Cà del Bosco e Bellavista - le due case più grandi e
medianiche - e Uberti - che in quanto a bollicine nobili, grazie
ai vari Magnificentia, Comarì del Salem, Brut Francesco I, non è
seconda a nessuno - uno dei marchi più solidi e prestigiosi nel
campo del Franciacorta Docg è senza alcun dubbio quello della
Cavalleri di Erbusco, una produzione, da récoltant manipulant,
intorno alle 250mila bottiglie annue, ed una più che trentennale
storia alle spalle, soprattutto grazie all’azione ispirata di
Giovanni Cavalleri, ottimo past president del Consorzio tutela
vini, e autentico gentleman. Casa importante, solida,
affidabilissima, per i metodo classico e per vini fermi come il
Terre di Franciacorta bianco Rampaneto ed il Terre di Franciacorta
rosso Tajardino, eppure, per gli strani misteri del caso e della
vita, da un paio d’anni, nonostante una nota pubblicazione apra la
scheda dedicata all’azienda di Erbusco, riconoscendo che “le
eleganti Cuvée della Cavalleri hanno fatto la storia della
Franciacorta”, ai suoi vini non viene più riconosciuto il massimo
riconoscimento, ed i vari Franciacorta si fermano a quota “due
bicchieri” o “due bicchieri” rosso (che simboleggia i vini che
sono arrivati alla tornata finale per il terzo, ma che per qualche
motivo non hanno completamente…appagato i degustatori). Non sarò
di certo io, da uomo di mondo Giovanni Cavalleri se la cava
perfettamente da solo, ad ergermi a Robin Hood, difensore dei
diritti di un marchio già presente sul mercato quando altre case,
oggi preferite dagli esperti della guida che non guida, non erano
ancora nate.
Il lettore potrà cogliere per conto proprio l’incongruenza e la
totale bizzarria di una pubblicazione che, a proposito del vino di
cui voglio parlare oggi, il Franciacorta Brut Blanc de Blancs,
osserva che “quest’anno è probabilmente il migliore della sua
tipologia”, ma con perfetta coerenza decide di non elevarlo alla
gloria del terzo bicchiere… O potrà verificare la pirotecnica
genialità di un’altra pubblicazione, la guida dell’A.I.S. di Roma,
Duemilavini, che a questo vino, di esemplare rapporto prezzo
qualità e dalla totale reperibilità, grazie ad una produzione di
50 mila pezzi, più tremila magnum, non riesce ad attribuire più di
tre grappoli, mentre ne assegna quattro o addirittura cinque a
metodo classico dell’Oltrepò Pavese, base Pinot nero, sideralmente
lontani dalla piacevolezza e dall’equilibrio di questo Brut
Chardonnay 100 per cento. A me invece, incurante del parere di
distratti sommelier romani e di disinvolti bicchierai, questo
Blanc de Blancs, affinato minimo 25 mesi sui lieviti piace
moltissimo, e appare un ottimo esempio di quel che una moderna
bottiglia di bollicine metodo classico “made in Italy” dev’essere,
in altre parole un prodotto fragrante, stuzzicante, allegro, che
si fa bere con estrema piacevolezza e senza complicazioni.
Colore giallo paglierino dorato di buona intensità, dotato di un
perlage sottile, continuo, abbastanza persistente, s’impone per il
suo bouquet fragrante, molto ampio e pulito, dove si percepiscono
nettamente note di fiori bianchi, accenni di crosta di pane
tostato, di lieviti, di mela golden e sfumature di miele d’acacia
e nocciola. La bocca è improntata a grande immediatezza e
sapidità, ad una bella freschezza che facilita ed esalta la beva,
ad una certa cremosità, e gioca su un fruttato rotondo e succoso,
su un’acidità ben calibrata e vivace, su un gusto pieno, ma senza
esagerazioni, su un perfetto equilibrio da vino che ha carattere
saldo, ma sa anche essere fine ed elegante. Un Franciacorta
esemplare, splendido vino da aperitivo, da antipasti freddi, da
risotti a base di pesce o di verdure, perfetto per aprire il nuovo
anno appena arrivato, ricco di premesse, imprevedibile, tutto da
vivere, ma speriamo un po’ più sereno di quello, davvero
indimenticabile, che l’ha preceduto…
18 gennaio 2002
bubwine@hotmail.com
Azienda agricola Cavalleri, via Provinciale 96 - 25030 Erbusco
Brescia, euro 12.91. Tel. 030-7760217 fax 030-7267350. E-mail:
cavalleri@cavalleri.it - www.cavalleri.it
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