Italia sì. Torna la patria, senza retorica
di Luciano Lanna


Basta girare per le città italiane negli ultimi tempi per rendersi conto che qualcosa è cambiato. Le bandiere tornano a sventolare sui monumenti. Il cinema, la fiction, la narrativa riprendono a ripercorrere i sentieri della nostra memoria comune. Si riscopre, magari attraverso l'arte e la storia, l'orgoglio della nostra storia collettiva. Non ci si vergogna più di essere italiani, la nostra democrazia si rifonda ex novo sull'appartenenza nazionale. Nazione come comune destino e comune partecipazione alla libertà. La crisi di sradicamento generale degli anni Sessanta-Settanta sembra ormai alle nostre spalle. La crisi più evidente del sentimento nazionale è ormai superata grazie soprattutto ai richiami del presidente Ciampi e alla sua riproposta alta e sobria dell'italianità come valore. Niente retorica, niente pennacchi, ma profondità, concretezza, cultura diffusa.

Le radici della nostra comune appartenenza ci sono: un'identità culturale che nasce ben prima di quella politica, come una identità linguistica e simbolica. Dal medioevo alla grande stagione del Rinascimento, l'italianità è tutt'uno con un "nazionalismo cosmopolita", tendenzialmente universale, fondato sul primato della libertà e della contaminazione culturale. Non è solo questione di un'Italia che torna alla guerra, di un'Italia che come ai tempi di Cavour torna, con Berlusconi, a intervenire nei processi internazionali. E non è solo questione che la parola dell'Italia torna ad essere ascoltata, specialmente dopo che il 90 per cento del Parlamento ha deciso di intervenire alla guerra contro il terrorismo internazionale e dopo che il governo ha predisposto piani operativi per la ricostruzione dell'Afghanistan e un "piano Marshall" per la Palestina.

E' cambiato in realtà il clima in tutto il paese. Le mitologie ideologiche sono alle nostre spalle, come tutti i loro fallimenti. Il Muro è davvero caduto anche al nostro interno. E si torna a parlare di "interessi nazionali". E la geopolitica non è più una opinione. Non è un caso che proprio in questi giorni la Camera abbia approvato la legge per il diritto di voto per gli italiani all'estero. L'Italia cresce, si estende, si coniuga con gli scenari globali e con la stessa crisi dello stato-nazione. Si appresta a rimodellarsi su una forma federale all'insegna della liberalizzazione e della devolution. Torna a essere un'idea comune per tutti gli italiani.

23 novembre 2001

lucianolanna@hotmail.com

 

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