Narrativa. Delitto in prima pagina
di Carlo Roma


Quando George Stroud conosce Pauline, la giovane ed avvenente fidanzata del suo capo, non si rende conto di toccare con mano la morte. Non avverte il pericolo e la sensazione di essere coinvolto, suo malgrado, in una storia dai contorni violenti e subdoli. Non intuisce che dovrà fuggire e difendersi, allontanare le prove e sviare ogni sorta di sospetti con i quali possa essere incriminato. Dal momento in cui si lascia irretire dalla bellezza di Pauline, sempre disinvolta e disponibile, George si immerge nell’atmosfera soffocante e tesa di un omicidio passionale. George Stroud lavora a New York in una affermata casa editrice, la Janoth Enterprises. Tutta l’attività della sua azienda si svolge fra il ventesimo e il quarantesimo piano di uno dei tanti grattacieli che si stagliano, imperiosi, sul cielo della Grande Mela. Stroud è il vicedirettore della rivista Crimeways. Si occupa, insieme ai suoi collaboratori, di delitti misteriosi e non ancora risolti e di fatti di sangue spietati e oscuri. E’ sposato con Georgette ed ha una figlia, la tenera e simpatica Georgia. La sua vita, anonima e abitudinaria, subisce una brusca interruzione durante uno dei tanti ricevimenti offerti da Earl Jonoth, il responsabile della Crimeways.

L’appartamento, nei pressi della Sessantesima Est, è dominato da Pauline: al fianco di Earl, gentile e socievole, la donna appare “alta, capelli biondo platino, splendida.” Gli occhi e gli istinti di George, subito impressionati dal suo fascino ammaliante, la osservano con avidità “l’occhio vedeva soltanto innocenza, per l’istinto era sesso puro e il cervello sapeva di aver trovato l’inferno”. George, prima ancora dell’inferno, assapora il gusto amaro del tradimento. Segue le mosse di Pauline, ne cattura tutta la passione e l’interesse e l’accompagna, passo dopo passo, alla sua fine tragica. D’altra parte, è l’unico testimone delle sue ultime ore di vita. Un testimone avvolto nell’ombra di una via appartata di New York, un sabato sera, all’angolo di un isolato. Earl e Pauline, si ritrovano sotto il portone di casa. Earl osserva Pauline intenta a salutare un individuo senza volto né nome. Da qui, da un intrigo profondo di gelosia repressa ed inganni consumati alle luce del sole, si definiscono i tratti amari e terribili della morte della donna. Soli con il loro rancore e le loro recriminazioni, Earl e Pauline si fronteggiano e si lanciano accuse pesanti ed infamanti. Fino all’atto conclusivo, alla rottura di ogni possibile conciliazione. Earl, in preda ad una furiosa ed incontrollabile sete di vendetta, impugna la caraffa del brandy e la colpisce con forza. “Avevo rovesciato il tavolino che ci separava. La colpii di nuovo. Lei continuava a parlare con quella sua voce fastidiosa, e la colpii altre due volte. Pauline se ne restò stesa sul pavimento, zitta. Dissi - C’è un limite a tutto” Poi ritorna il silenzio e la pace. In lontananza si avverte il lento brulichio delle grandi arterie cittadine. George Stroud rientra nell’azione. E’ lunedì mattina. Siamo al trentaduesimo piano della Janoth Enterprises nell’ufficio di uno stretto e fidato collega di Earl. A George viene chiesto di scovare l’ultimo uomo, dall’identità sconosciuta, che Pauline salutò prima di essere colpita. A George, in realtà, viene chiesto di indagare su se stesso e su quel fatale pomeriggio.

George Stroud, è, dunque, al tempo stesso, l’investigatore, il possibile colpevole ed il testimone da eliminare quanto prima. Kenneth Fearing ne “Il grande orologio” (1946) organizza un giallo polifonico nel quale i diversi personaggi raccontano, capitolo dopo capitolo, la loro versione dei fatti, alternandosi in modo armonico nella narrazione. Ciascuno però, sullo sfondo di una storia ricca di suspence, è costretto ad ingannare gli altri protagonisti per salvarsi dalla galera e per rilanciare, in un gioco ad alto rischio, il prezzo del pericolo nel campo degli antagonisti. Il romanzo è approdato sugli schermi, per la prima volta, nel 1948 con “Il tempo si è fermato” di John Farrow con Charles Laughton.

9 novembre 2001

crlrm72@hotmail.com

Kenneth Fearing Il grande orologio, Einaudi, pp. 195, lire 16.000.

 

 


 

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