Riscoprire Simenon a cent’anni dalla
nascita
di Carlo Roma
Il signor Hire è un uomo silenzioso e misterioso. Un uomo
tarchiato, dall’aria dimessa e sciatta, dalla vita piatta,
ripetitiva e triste. Con un passato torbido alle spalle, con un
futuro incerto e nebuloso davanti a sé, cammina per le strade
della grigia periferia parigina replicando con costanza le
abitudini di ogni giorno, rinnovando quasi uno stanco rituale.
Non è capace di introdurre, neanche nelle sue ore di riposo, una
piccola variazione oppure una modesta novità. Tutte le mattine,
alla stessa ora, dopo essersi preparato in solitudine, raggiunge
il cuore della capitale. Copre il solito tragitto: da Villejuif,
quartiere estremo della cintura urbana, oltre il quale si
stendono i campi bianchi e freddi di brina, raggiunge i lunghi
ed alberati boulevard pieni di movimento e di vita. La gente,
indaffarata, tira dritto senza accorgersi della sua presenza. La
domenica, poi, quando la città riposa, il signor Hire percorre
rue Gambetta fino alla bottega del salumiere dal quale compra
ciò che gli occorre per la settimana. Dalla sua camera, spoglia
e umida, non provengono mai rumori e non si avvertono movimenti.
Con passi secchi ma felpati, si muove senza spostare l’aria
intorno, come un fantasma che non lascia tracce della sua
presenza e dei suoi spostamenti. I suoi sono sempre gesti
semplici, prevedibili eppure instancabili e monotoni.
Il signor Hire, insomma, è il ritratto dell’assassino perfetto,
il prototipo del vinto, schiacciato da un’esistenza difficile e
spietata, circondato dall’incomprensione delle malelingue e
dalle accuse espresse a mezza voce dai vicini. Dopo aver seguito
e valutato i suoi spostamenti, infatti, i pochi che lo
frequentano lo hanno già giudicato e attendono soltanto il
momento opportuno per poterlo incastrare. In effetti, è proprio
il delitto efferato ed inutile a macchiare il romanzo che, il
grande Georges Simenon, (di cui, quest’anno, ricorre il
centenario della nascita e al quale il Comune di Roma, in queste
settimane, dedica un fitto programma di appuntamenti e
dibattiti) redasse nel 1932, ad appena ventinove anni. Un’opera
che per lo scrittore, in realtà, segna il battesimo di una forma
più compiuta ed articolata di letteratura. Simenon ha già
all’attivo ben diciassette inchieste del commissario Maigret ed
innumerevoli racconti popolari proposti sotto diversi pseudonimi
fra i quali spicca il celebre Georges Sim. Con il Fidanzamento
del signor Hire dato alle stampe dalla Adelphi, la casa editrice
che prosegue, dal 1985, la pubblicazione dell’intera produzione
simenoniana, si comincerà a parlare, dunque, di roman-roman. Una
modalità espressiva che si allontana con sempre più chiarezza
dal genere poliziesco e attraverso la quale Simenon, forte di un
acume attento e preciso, indaga nelle pieghe dell’anima
dell’uomo medio. E’ proprio il piccolo borghese, l’impiegato
comune, che egli incontra nei bistrot, come anche nelle sordide
bettole e nelle case d’appuntamento nelle quali è solito
consumare la sua dose quotidiana di amore mercenario, ad
interessarlo e a rappresentare il nodo centrale del suo universo
letterario.
Il giudizio che pende sul povero signor Hire, allora, non è
altro che una costruzione posticcia dei cosiddetti benpensanti.
Incriminato per la morte di una giovane prostituta il cui
cadavere è stato rinvenuto fra i prati, è subito braccato dalla
polizia, capeggiata da un commissario rigoroso, prima ancora di
aver individuato le prove a suo carico. E’ abbandonato, in
fondo, anche da Alice, la ragazza della finestra di fronte, che
si lascia guardare con voluttà quando, rientrata in casa, si
spoglia con calma mostrando le sue grazie consapevole degli
occhi indiscreti del signor Hire che la scrutano nell’ombra.
Ecco, quindi, un’altra parabola disegnata dalla penna sapiente
di Simenon. In pochi tratti, in un’azione limitata e densa, si
mette in scena il dramma di una vita che, lentamente ma
inesorabilmente, si perde inghiottita dal lato oscuro dello
spirito umano.
19 dicembre 2003
crlrm72@hotmail.com
Georges Simenon, “Il fidanzamento del signor Hire”, Adelphi, pp.
146, €13,50.
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