Chi trova una biblioteca trova un tesoro
di Maria Teresa Petti
I libri sono beni preziosi, in alcuni casi rari, in altri ancora
pezzi unici. A volte sono gioielli da indossare. In certi
momenti ci appaiono come opere d’arte da gustare in silenzio. Di
essi, con tutte le sfaccettature e le interpretazioni possibili,
le biblioteche sono i custodi. Possono offrirci perle altrimenti
difficilmente reperibili. Ogni biblioteca ha una sua funzione,
uno scopo, delle sue caratteristiche. Bellissime - parere di chi
scrive – quelle che portano avanti la storia e le tradizioni
locali.
Limitandoci al ’900 letterario, e lasciando che l’indice scorra
attraverso le enormi ricchezze del patrimonio bibliotecario
italiano, soffermandosi “a tatto”, dove cade l’occhio, perché
non tentare di tracciare alcuni dei molteplici possibili
percorsi? Sappiate che potrete avere tra le mani la prima
edizione del 1908 de “L’umorismo” di Luigi Pirandello se vi
recate alla
Biblioteca centrale della Regione
Siciliana di Palermo che dal 1878, in base alla legge
sul diritto di stampa, riceve tutte le pubblicazioni edite nella
provincia di Palermo. Potrete gustare “Napoli milionaria” di
Eduardo de Filippo, nell’edizione del 1950 fermandovi alla
Biblioteca della Società napoletana di
storia patria di Napoli, che documenta la cultura e
la storia meridionale, raccoglie le fonti storiche e gli
opportuni strumenti per ricerche specializzate.
Se siete amanti della romanità potrete consultare l’edizione
originale del 1963 del saggio “Il genio del Belli” di Giorgio
Vigolo presso la
Biblioteca della Fondazione Marco Besso
di Roma, che possiede cospicuo materiale sulla storia di Roma.
Lo stesso Marco Besso raccolse opere su Roma presso i migliori
librai antiquari d'Europa (ma per avere tutto su Vigolo dovete
necessariamente recarvi alla Biblioteca nazionale Vittorio
Emanuele di Roma dove è conservato il “Fondo Vigolo” costituito
da tutto il materiale autografo appartenuto al poeta romano).
Presso la
Biblioteca Marucelliana di
Firenze, specializzata in campo umanistico e artistico, con
particolare riguardo alla cultura fiorentina e toscana, potrete
rintracciare l’edizione del 1914 dei “Canti Orfici” di Campana.
Ma se siete appassionati di questo autore, non potete non
passare presso la piccola biblioteca del comune di Marradi,
paese natale del poeta, dove si trova anche l’interessante
Centro Studi campaniani.
Insomma, basta scegliere. Non sarà difficile trovare gli
itinerari giusti, da segnare sulla scia dei propri interessi. Un
altro modo per scoprire il grande patrimonio posseduto dalle
piccole biblioteche italiane.
19 dicembre 2003
petti@ideazione.com
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