Teatro. Le favolose ragazze degli anni Sessanta
di Maria Teresa Petti

Si è tinto di rosa il teatro dei Satiri di Roma al debutto, il 19 novembre, di “Noi le ragazze degli anni ‘60”, il gustoso spettacolo di Grazia Scuccimarra che debuttò con grande successo già vent’anni fa. Da allora sono state realizzate quasi duemila repliche, sintomo del fatto che lo spettacolo è bello e intelligente, e anche del fatto che il variopinto immaginario delle adolescenti e delle donne degli anni Sessanta è sempre al centro dell’interesse di molti. Forse perché le giovani donne di ogni generazione alla fin fine sono sempre uguali a se stesse, con stress, amori, mode… O forse per la ragione esattamente opposta, perché le ragazze degli anni Sessanta furono uniche, irripetibili, in costante confronto con una società in cambiamento. 

Con occhi disincantati, ironici e consapevoli, l’attrice-autrice-regista si muove sul palcoscenico alle prese con un passato che affronta senza rimpianti e con divertimento. Chi conosce bene l’istrionica Scuccimarra, da sempre in scena con monologhi che raccontano vizi e virtù al femminile, gusterà nuovamente, con la stessa intensità di sempre, questo spettacolo. Chi non la conosce scoprirà un’artista formidabile, a partire da una satira di costume di indubbio significato e capacità d’attrazione. E non stupiscano la freschezza e l’attualità dei testi, perché, oltre al fatto che il buon teatro migliora con gli anni, in questo specifico caso i temi trattati sono assolutamente attuali, le donne che furono adolescenti negli anni Sessanta, sono divenute mamme e nonne. E questo trait d’union non lascia indifferenti almeno due generazioni. 

Due ore di un recital che smitizza il passato, che lo prende di mira, che ama giocare con le repressioni, i grandi affanni e le speranze che furono, attraverso una comicità che scaturisce da una sapiente auto-ironia. Riderci sopra, e sorriderci. Mettere in scena le linee e le sfumature che tratteggiarono quel periodo. Senza banalità e senza volgarità. Con un velo di nostalgia, a volte; altre con sorpresa. E confrontare poi quel mondo coi decenni che sono seguiti, fino all’ultima generazione. Ognuno potrà guardare a questo racconto con un atteggiamento diverso. Ma ognuno ci riderà sopra, perché questo è il senso dello spettacolo. Irresistibile.

19 novembre 2003


petti@ideazione.com

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