Kill Berl o Kill Ruff? Ovvero, lo “strano” caso di Raiot
di Patrizio Li Donni

Schizzi di sangue sui giornali, democrazia deturpata come braccia staccate, e infine teste mozzate. Questo non è che il primo episodio, quello degli schizzi, poi vedremo gli altri. Il tutto in pasto al popolo, quello della Kultura “de sinistra” quello del cachemire e della piazza, del centro sociale di giorno e della terrazza “de sera”, non della coca però (che è “de destra”, come Brass e suoi culi, vero Caterina?) ma delle sane e democratiche canne.

Da oggi SabrUma “Trhuzzanti” brandirà la sua Katana censurata, forgiata anch’essa in quel di Okinawa per compiere la sua vendetta, sterminando in un lago di sangue di informazione “porta a porta” tutti quelli che gli si pareranno davanti. Fino ad arrivare a lui, a Berl, il cattivo, l’orrido Leviatan italico che appesta l’etere anche europeo, sempre unfit, Economist-icamente parlando, pure a cantà (co’ Apicella ovviamente).

La carneficina di Ragliot ha impallinato tutti i suoi nuovi personaggi, la Barbara che dove la metti fa Sette più il mezzo di suo marito, la Bresidentessa di garanzia che vien da Sarno coi suoi “Baletti” e gli occhi storti, l’amanuense colonnello Gasparrone che copia le tavole della legge dal ConfaMosè, (la spagnola era per caso quella gran Tana d’Economist de Zulueta?), e poi la graficuzza che sacrosantamente chiariva come il conflitto di interessi, gonfiava la tasche del Berl pure senza tetto né legge, senza la Fede nel Satellite, sempre digitalmente parlando.

Già me la vedo Sabrhuma infilzare uno dopo l’altro nella sua vendetta tutti gli scagnozzi del Berl, tutti i peones forzisti di nero aziendalmente vestiti. Continuare come in un crescendo Correnton-veltroniano staccare le braccia a Cicchitto con fiotti di sangue e garofani in primo piano (e che ci facciamo mancare gli effetti speciali?) e quindi rispedirglielo monco, ma sempre con gli occhiali, a Palazzo Grazioli, rotolante come i bidoni rovesciati da Nunzio D’Erme il mese scorso. 

E indi sdraiare e poi finire il compagno Bondi, ornato ma comunque riconoscibile nonostante la mascherina nera sulla scalinata (del palazzo medesimo ), schivare con difficoltà la Palle chiodate delle guardie del corpo preferite del Berl, quelle di Vito e Schifani e a quest’ultimo prima di vendicarsi dare una aggiustatina al capello post-riporto, giusto per farlo morire in ordine. 

Poi arriverà ai veri responsabili delle sue sofferenze (lavorare in Rai dall’86. E meno male che è censurata!), quelli della Yakuza, il trio delle meraviglie Cesare, Marcello, e ovviamente Berl. Ma questo è, lo sappiamo, Episodio two. Ora siamo ancora in censura preventiva, ovviamente, come la guerra di Bush, in modo da fare più proseliti. Qui in realtà gatta ci cova. Sa di qualcosa di molto meno epico ed eroico e vendicativo, sa di trappolone per Ruff e una piccola bagarre di bottega per il controllo della Rete Tre. La katana della censurata da sinistra (abbiamo letto anche il diario del delirio sull’Unità), di quella satira che è costretta a farsi socialmente informazione perché è per SabrUma l’informazione ad essere comica, è una katana spuntata. 

Ragliot ci ha fatto ridere, non per le battute, ma per i titoli di testa e di coda, per l’ autore e il consulente. Che sono - per chi ancora non lo sapesse - il Curzio repubblicano Maltese e il Marco StroncoCesare Travaglio. Tirremm innanz.! ‘Ca nisciuno è fesso, il grande risultato del 18 e passa per cento di domenica sera, in terza serata, è risultato dopato. E togliamo, censuriamo preventivamente, e poi successivamente na’ robba che fa sta razzzza de bbotti!!! Irrompe Corrado Rokko regista de paura. Caduniamo, le immagini please. C’è puzza di bruciato lontano un miglio, c’è quello che il grande Eduardo chiamava nelle sue commedia o’ fieto e’ miccio 

Un altro martire dell’anno II e quasi mezzo della epurazione del regime, dell’olio di ricino mediatico e del Mincul-pop col trattino dell’ircocervo bulgaro? Un bel controdiario scritto a Salerno (città) spiegherebbe ben anche azione e reazione del Cda: proviamo allora a fantasticare una altra striscia Pulp chiamiamola Kill Ruff 

Solo una domenica sera senza calcio puoi fare il diciotto di share, poi torni alle performances di Scafroglia e di Albanese. E dopo? Che facciamo la stessa fine di mio fratello e di Epifanio Albanese che non se li impipa più nessuno, manco i fascisti, quelli sì immaginari, su Marte? Senti Andrea, spaventiamo Ruffini - così democristo-margherito – che per evitare polemiche su crocefissi, su Berl avvinazzato dallo Spectator, i “Baletti” della Annunziata, i girotondi sulla Gasparri e qualche incazzatura di Vespa e del marito di Barbara (da cui Gentilmente discende) preventivamente (nel lutto) ci casca e ci oscura. Noi starnazziamo al regime, alla censura, amplifichiamo la gazzarra sui nostri fogliuzzi e Ragliot lo famo in piazza, “ammuinando” sulla Gasparri e girotondando sulla capoccia de Ruffini Poi sulla direzione vedremo, magari Furio Colombo è disponibile ad emigrare dall’Unità sotto assedio. A SabrUma, qua le katane le sappiamo fa mejo che a Okinawa. Deragliot. 

19 novembre 2003

patlidonni@yahoo.it

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