Internet. Ma dove vai se il blog non ce l’hai?
di Valentina Piersanti

Starlette e casalinghe, ex calciatori e sacerdoti, studenti universitari e colleghi di lavoro: sono loro i nuovi soggetti attivi dell'informazione, grazie ai blog e ad un mirabile lavoro di selezione tra il materiale da loro ritenuto migliore e pubblicato su giornali, pagine web, altri blog. In questo termine così piccolo, semplice e anche simpatico (nato dall’unione di "web" e "log", diario) c’è tanto: sentimenti, letture, musica, amore per la scrittura e politica. Il blog personale è l’ultima mania degli italiani, ma attenzione la crescita esponenziale e la passione che c’è dietro questo fenomeno non permettono più di bollarlo come “moda”, né di osservarlo con quello scetticismo tipico degli attori tradizionali della comunicazione, tanto è vero che a partire dagli Stati Uniti, e oggi anche nel resto del mondo, sono moltissimi i giornalisti che hanno deciso di scrivere il loro "diario di bordo on line". 

Lanciare il proprio blog nella "blogosfera" è semplicissimo: ci sono siti specializzati che offrono pagine su cui inserire testi, titoli e collegamenti ad altri siti. Una caratteristica fondamentale dei blog è quella di comunità: attraverso i collegamenti si viene a creare un vero e proprio circolo. Articoli, recensioni, immagini, commenti: i messaggi vengono chiamati post e appaiono in ordine di tempo, con l´ultimo messaggio inviato, in testa all’elenco. La storia del blog è piuttosto confusa: la sua nascita risalirebbe al “lontano” 1997, quando il software designer Jorn Barger usò per la prima volta il termine “weblog”. Da allora di tempo ne è passato e l’evoluzione del blog è passata dalla sfera privata a quella aziendale con i Corporate Blog, con notizie e informazioni inerenti un'azienda, un distretto industriale o un progetto destinato al mercato di riferimento.

La recente guerra in Iraq gli ha dato una sferzata di popolarità, quando un anonimo iracheno, che usava lo pseudonimo Salam Pax, nei giorni della guerra curava un blog dedicato ai giorni dell’assedio di Baghdad. La vicenda ha ancora dei contorni oscuri, ma poco importa: il fatto sostanziale è che all'improvviso i media di tutto il mondo si siano collegati quotidianamente al suo sito per leggerne le notizie. Ecco quindi che da semplice diario, il blog si può trasformare persino in fonte di informazione alternativa, dal racconto alla testimonianza. Eppure non mancano le polemiche: lo zoccolo duro dei tradizionalisti accusa i blogger di autoreferenzialità, di non avere peso al di fuori della blogosfera e di non offrire informazione "altra". Allora perché spopolano? Forse non ha tutti i torti Fabrizio Ulisse, che ha lanciato blogo.net, un blog collettivo che ospita confronti e discussioni tra bloggatori: secondo lui i motivi di tutto questo successo nostrano sono da ricercarsi nelle caratteristiche genetico/culturali del popolo italiano e cioè parlare di sé, e farsi gli affari degli altri. Siamo cioè un popolo ciarliero, impiccione e a cui piace tanto scrivere. Del resto siamo anche un popolo di poeti…ricordate?

Per coloro che oltre a scrivere piace leggere, ecco alcuni indirizzi utili: Bloggando: il primo motore di ricerca dei blog italiani. Blognews: directory, curiosità, notizie dal mondo blog. The Gnu Economy:  articoli e rubriche dedicate alla Rete. La Pizia:  amori, amici, viaggi, incontri e dell'universo dei blog. Dot-Coma:  su Internet e la New Economy. Skip Intro:  riflessioni su tecnologia, media, musica, ma anche letteratura, cinema, copyright. Manteblog:  lo spazio di uno dei più noti commentatori italiani in tema di Rete. Wittgenstein: il blog del giornalista e conduttore Luca Sofri. Il cinema secondo me: recensioni di film belli e da evitare e della difficoltà di scrivere di cinema.

24 ottobre 2003

valepiersanti@tiscali.it



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