Cinema. Piccoli affari sporchi nella Londra multietnica
di Carlo Roma 

Okwe e Senay vivono ai margini della grande Londra multietnica dei nostri giorni. Una città colorata, resa viva da mille anime diverse, ma anche spietata e ben lontana dalle solite immagini che la ritraggono ricca ed efficiente, tradizionale e moderna ad un tempo. Sono soli, invisibili ai più, alla ricerca di una via di sopravvivenza fra le tante insidie che si nascondono dietro la burocrazia asfissiante e dietro gli sfruttatori senza cuore votati solo al profitto facile. Non hanno i documenti in regola e sono inseguiti – in quanto clandestini – dagli agenti di polizia che ne fiutano le tracce senza mai acciuffarli. Dividono le poche camere di un piccolo appartamento, unico porto franco per un’esistenza vissuta sempre sul filo del rasoio. Okwe (il bravo Chiwetl Ejofor) non dorme mai. Autista durante il giorno, infatti, guida per le vie di Londra una vecchia automobile percorrendo centinaia di chilometri. Alle prime luci della sera, poi, corre verso il lussuoso albergo presso il quale lavora come portiere di notte. Entra, indossa subito la sua divisa di un rosso sgargiante, e si posiziona sulla scrivania in attesa che la notte trascorra il più velocemente possibile. Si tiene sveglio masticando un’erba utilizzata nel suo paese d’origine, la Nigeria. Senay, (interpretata da Audrey Tautou, la bella Amelie di qualche mese fa) viceversa, comincia il suo turno di lavoro nell’albergo alle cinque del mattino. Si occupa della pulizia delle stanze e di tutte le attività oscure che si svolgono per così dire nelle retrovie. Appare timida, silenziosa e remissiva: l’unico di cui fida veramente è proprio Okwe il quale, con la sua presenza forte, sicura e decisa, la protegge fin dall’inizio. Della sensibilità e dell’onestà di Okwe, peraltro, non c’è da dubitare. La sua correttezza sfiora davvero la genuinità e la semplicità d’animo.

I due, dunque, sono ostaggio della protervia di uomini dediti a traffici illeciti ed inumani. Una notte Okwe (che in realtà è un medico), entrando nel bagno di una camera lasciata libera da una prostituta, si accorge che c’è qualcosa di strano ed inconsueto al di là naturalmente del classico disordine che si può ben immaginare dopo una notte d’amore a pagamento. Nel bagno l’acqua fluisce come se non fosse stata bloccata. Si avvicina, comincia a verificare più da vicino da dove proviene la perdita e si rende conto che, nel fondo del water, è nascosto un cuore umano appena sradicato dal corpo. Da qui, da questa terribile scoperta, ha inizio una storia i cui contorni lasciano spazio alla disperazione, allo sfruttamento ma anche ad una strenua volontà di riscatto. Una volontà di riscatto che, tuttavia, deve fare i conti – azione dopo azione – con una logica perversa capace di inghiottire anche gli spiriti più nobili.

Storia che si srotola nei bassifondi, fra povera gente che vive di stenti, "Piccoli Affari Sporchi" dell’inglese Stephan Frears, è un film che sposa generi diversi. Accanto alla chiara denuncia sociale spiccano altri motivi sui quali si incardina una trama fitta di una tensione mai strillata, mai fuori le righe, eppure in grado di coinvolgere lo spettatore sino all’ultima sequenza. L’amicizia, mista a solidarietà, e soprattutto la passione – dichiarata solamente quando non è più possibile coronarla – legano a doppio filo i personaggi: sono gli elementi salienti, insomma, che arricchiscono il plot e lo rendono fruibile e, in un certo modo, digeribile. Del resto, poi, (ed è questo, forse, il dato più significativo) i poveri non sono soltanto i derelitti provenienti dal terzo mondo ma anche gli sfruttatori che non si allontanano dal cliché dei cosiddetti cattivi, dimostrando però di essere sconfitti in partenza. Anche loro, emarginati e schiacciati da una società che non li considera affatto, galleggiano nella speranza di accumulare ricchezze. Il mondo rappresentato da Frears, allora, si muove sulle sabbie mobili di una condizione di assoluta incertezza e degrado senza negarsi, però, un raggio di sole: solo l’ultima scena, sebbene fra i rimpianti, si apre alla speranza.

26 settembre 2003

crlrm72@hotmail.com

Piccoli affari sporchi. Gran Bretagna 2002. Drammatico.Regia: Stephen Frears. Sceneggiatura: Steve Knight. Cast: Audrey Tautou (Senay), Chiwetel Ejiofor (Okwe), Sergi López (Sneaky), Sophie Okonedo - Juliette
Benedict Wong (Guo Yi), Jean-Philippe Écoffey (Jean Luc). Durata: 107 min.

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