Film. Ibrahim e la Parigi degli anni Sessanta
di Carlo Roma

Un anziano solitario e silenzioso, Monsieur Ibrahim, dall’aspetto gaudente e furbo, lavora senza sosta – dimentico degli orari – nel suo emporio nel cuore di Parigi. La via sulla quale si affaccia il suo piccolo e disordinato negozio, è animata dalle prime luce dell’alba fino alla notte inoltrata, da un movimento costante. Le automobili strombazzanti che fanno su e giù per la via fermandosi di tanto in tanto, i pedoni frettolosi vomitati dall’ingresso della metropolitana e le donne di strada, allettanti e disponibili, rendono l’atmosfera allegra e la colorano a tinte vive e forti. Non vi è un momento di pausa, una seppur debole interruzione dell’agitato e ininterrotto traffico di merci e di “carne” femminile. Lungo la rue Bleue, a pochi metri dal commerciante, vive anche un adolescente, Momo, sveglio e pieno di energie. Abita in un appartamento buio e polveroso insieme al padre, un uomo triste, iracondo e irrimediabilmente depresso. Il rapporto fra i due si limita alle poche battute (spesso segnate dai tanti rimproveri del padre) che si scambiano durante la cena, preparata sempre dal ragazzo. Non vi sono altri motivi di contatto: Momo, insomma, è solo durante tutta la giornata. 

Attratto in modo irresistibile dalle curve sinuose delle prostitute, cova, nonostante la sua giovane età, il desiderio di conoscere l’amore. Si prepara alla sua prima esperienza raggranellando i soldi sufficienti. Giorno dopo giorno, però, il suo destino sembra incrociarsi con quello del bottegaio sotto casa. Prima con dei brevi colloqui in occasioni delle sue compere (e dei suoi piccoli furti subito smascherati da Monsieur Ibrahim) poi con un legame che diventa sempre più forte e stretto. 

L’amicizia, allora, nasce sotto il segno della leggerezza. La grande saggezza di Monsiueur Ibrahim, interpretato in maniera magistrale da un sapiente ed ironico Omar Sharif, rende fin da subito le cose molto più semplici di quanto possano apparire. Si tratta, infatti, di un legame nato fra un musulmano ed un ebreo all’ombra di un quartiere ebraico della Parigi dei primi anni ’60. Non ci sono fraintendimenti o incomprensioni. Non ci sono altre chiavi di lettura se non il desiderio – soprattutto da parte di Momo – di comunicare ed apprendere vincendo così lo spettro della solitudine. Il loro legame li conduce verso un lungo ed affascinante viaggio nelle terre burbere dalle quali proviene tutta la forza e la genuinità del messaggio coranico di cui Mensieur Ibrahim, con la sua invidiabile filosofia di vita, è il testimone più autentico. 

Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, del francese Pierre Boulanger, tratto dall’omonimo libro pubblicato in Italia dalle edizioni E/O di Eric Schmitt, presenta una storia semplice, dai toni lievi, dietro alla quale si nascondono frammenti di saggezza, purezza e speranza. Non si chieda molto di più a questo film e si ammiri la simpatia e la bravura di un ottimo Omar Sharif.

12 settembre 2003

crlrm72@hotmail.com

Monsiueur Ibrahim e i fiori del Corano. Francia 2003. Genere: drammatico  Regia: François Dupeyron. Con: Omar Sharif, Pierre Boulanger, Isabelle Adjani. Durata: 1.34h 

 

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