ISBD: il linguaggio universale delle biblioteche 
di Maria Teresa Petti

ISBD (International Standard Bibliographic Description) è un acronimo ben conosciuto nel mondo bibliotecario: si tratta di uno standard internazionale per le descrizioni bibliografiche, realizzato nel 1969 dall'IFLA (International Federation of Library Associations). Una descrizione bibliografica è l’insieme delle informazioni adatte a individuare in modo univoco un libro, un’opera in più volumi, un periodico; e, secondo l’ISBD, la descrizione è precisamente la raccolta ordinata di tutti gli elementi distintivi di un documento. Regolamenta le informazioni che descrivono un documento, quali sono le fonti prescritte da cui ricavarle, l’ordine con cui devono essere citate e le modalità sintattiche con cui devono essere collegate fra loro. Proprio la formalizzazione delle aree e della punteggiatura fa in modo che, all’interno di una notizia bibliografica sia sempre possibile distinguere il titolo, dall’autore, dalla collana o da tutti gli altri elementi che la costituiscono, indipendentemente dalla lingua utilizzata per catalogare il documento. Per tutti questi motivi è facile immaginare come gli standard ISBD abbiano avuto estesa e rapida diffusione in tutto il mondo, siano stati tradotti in molte lingue, adottati in tutte le bibliografie nazionali, e rappresentino attualmente la base per le regole di descrizione dei codici nazionali nella maggioranza delle biblioteche nel mondo. Ma è altrettanto facile comprendere le numerose polemiche che si sono sviluppate in passato intorno a problemi di diversa natura: la punteggiatura, la sintassi, l’uso delle fonti bibliografiche. 

Dal ’69 ad oggi il panorama bibliotecario è mutato radicalmente. I codici catalografici hanno avuto bisogno di adeguarsi sempre più alle nuove forme di editoria elettronica, alla diffusione delle risorse informative in rete, all’introduzione e al continuo sviluppo di sistemi automatizzati, alla crescita di basi dati contenenti record prodotti e utilizzati da migliaia di biblioteche che cooperano. E’ così che nel 1998 sono stati realizzati, a cura dell’IFLA, i Functional Requirements for Bibliographic records, una pubblicazione particolarmente importante perché cerca, all’interno degli ISBD, una soluzione ai problemi catalografici relativi, in particolare, ai grossi cambiamenti delle biblioteche on line.

Nel 2002 sono stati pubblicati sempre a cura dell'IFLA due ulteriori aggiornamenti: la revisione degli ISBD(M), gli standard per le monografie: “International standard bibliographic description for monographic publications. 2002 revision”, rintracciabili on line sul sito dell’IFLA; e la revisione degli ISBD(S), gli standard per i periodici, che diventano ISBD(CR): “International standard bibliographic description for serials and other continuing resources”, e che comprendono oltre ai seriali, la più ampia categoria delle risorse continuative. Un’analisi dettagliata di queste due pubblicazioni è stata realizzata da Pino Buizza, per il Bollettino AIB (n. 4/2002). Queste due revisioni sono di grande interesse, e sottolineano la capacità da parte dell’IFLA di recepire le nuove esigenze catalografiche delle biblioteche e di corrispondervi. Ma gli scenari mutano continuamente, e ben presto si tornerà a parlare di ISBD e di aggiornamenti.

9 maggio 2003

petti@ideazione.com.

stampa l'articolo