Film. La nostalgia non nostalgica di Ferzan Ozpetek
di Elisabetta Di Virgilio

La memoria, la nostalgia, il ricordo. Sul filo dello scavo dentro i sentimenti, l’intera cinematografia di Ferzan Ozpetek, il regista turco trapiantato a Roma, ha prospettato nell’ultimo decennio l’ipotesi suggestiva di una “nostalgia non nostalgica”. Da qui i suoi film su amori impossibili e sulla connessione profonda tra memoria intima e memoria corale. “Quando l’atmosfera intorno a te diventa pesante – ha confessato Ozpetek – ti arriva qualcosa che non puoi ignorare”. Un qualcosa che nell’ultimo film assume il volto di una persona che ha smarrito con la memoria la strada di casa. Quella strada di casa che in Harem Suare e nel Bagno turco richiamava direttamente i sapori e gli odori dell’Istanbul dell’infanzia dello stesso Ozpetek. 

In quest’ultimo, “La finestra di fronte”, quel rapporto tra memoria intima e memoria corale si descrive tra i vicoli del ghetto romano, attraverso uno dei molti racconti dell’Olocausto. In un angolo di Roma che si confonde tra presente e passato, dando il senso dell’eternità di questa città, la storia racconta la vita parallela di Giovanna e Davide. Lei quasi trentenne, sposata, due figli, innamorata dell’uomo della porta accanto, Lorenzo-Raoul Bova. Lui, anziano ebreo omosessuale, sopravvissuto all’Olocausto ma non alla violenza del pregiudizio, abbandonatosi all’oblio della mente per sfuggire il dolore del passato. Entrambi alla ricerca dell’altra vita da vivere, per accorgersi che – vuoi per il tempo tiranno vuoi per i doveri cui ci chiama l’esistenza – non si può vivere la vita di un altro. Al massimo si può riuscire a cambiare il verso storto della propria. Solo allora si chiude la finestra di fronte. 

Forse un film non all’altezza dei precedenti di questo regista Sia per i temi trattati – ormai un cliché per il regista naturalizzato italiano: l’omosessualità, il superamento del lutto, l’accettazione del diverso, la società multiculturale – sia per l’interpretazione dei due attori principali: Giovanna Mezzogiorno che in questo film non riesce a reggere – a giudizio di chi scrive – un vero ruolo da protagonista e Raoul Bova, troppo spesso incardinato nello stereotipo del “buono e bello” per risultare bravo e convincente. Si eleva su tutti il compianto Massimo Girotti – scomparso a pochi giorni dalla fine delle riprese del film. 

11 aprile 2003

lisadivirgilio@hotmail.com

La finestra di fronte. Drammatico, Italia; 2002. Regia di Ferzan Ozpetek. Cast: Giovanna Mezzogiorno, Raoul Bova, Massimo Girotti, Filippo Nigro, Serra Yilmaz. 

stampa l'articolo