Cinema. Due uomini in treno
di Marco Sgroi

I destini di due uomini si incrociano in un'annoiata provincia francese. Uno è un professore di francese in pensione e attende il giorno di una delicata operazione chirurgica; l'altro è arrivato col treno, aspetta il giorno in cui dovrà rapinare una banca assieme a dei complici e, nel frattempo, studia i luoghi del suo futuro crimine. Nel mezzo di queste attese sta il nuovo, affascinante film di Patrice Leconte, interpretato da Jean Rochefort (il professore) e Johnny Halliday (il criminale). I due prestano volti ed espressioni a protagonisti dai caratteri diversi, opposti si potrebbe dire, che pure - in fondo - sono così tanto simili da desiderare ognuno la vita dell'altro. Non rimarrà soltanto un desiderio, se è vero che, alla fine, in qualche modo ci riusciranno.

Scandito da una sceneggiatura raffinata anche in una certa discontinuità, il film di Leconte esplora le stravaganti ritualità del professor Manesquier, immerso nella calma della Francia di provincia, che si imbatte nell'uomo del proprio destino e lo ospita in casa, dopo averlo conosciuto per caso - appunto - in una farmacia. E' di poche parole il solitario Halliday dagli occhi celesti, venuto lì per compiere il suo crimine: la faccia vissuta, scavata dalle esperienze, lo sguardo scolpito nella pietra. Parla molto, invece, Rochefort: e deve riflettere ancora di più dietro pupille che ad ogni motto mostrano un'elegante nobiltà decaduta. "L'uomo del treno" scorre così verso l'epilogo; con il suo registro sfumato, enigmatico e misterioso regala emozioni e dura delicatezza, farcite di malinconica allegria in battute e situazioni d'intenso gusto.

6 dicembre 2002

marcosgroi@virgilio.it

L'uomo del treno. Francia; 2002. Regia: Patrice Le Conte. Sceneggiatura: Claude Klotz. Scenografia: Ivan Maussion. Musica: Pascal Esteve Con: Jean Rochefort, Johnny Hallyday, Jean-François Stevenin, Charlie Nelson, Pascal Parmentier, Isabelle Petit-Jacques, Edith Scob. 1h e 30'

 

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