Pop/Rock. Il ritorno dei guerrieri e la
nascita del lesbo-pop
di Black Francis
ROCK
Foo Fighters,
One By One
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Il
quarto album dei Foo Fighters di Dave Grohl (ex batterista dei
Nirvana) ha tutte le carte in regola per essere considerato
l'evento rock di questo ultimo scorcio di 2002. Pur non
aggiungendo (ma neppure togliendo) nulla alla carriera del gruppo,
già "forgiata" da lavori come
There Is Nothing Left To Loose e
soprattutto
The Color & The Shape, "One By
One" è un album "solido" e senza compromessi, che riesce a
miscelare un giusto grado di durezza con il migliore power-pop in
circolazione. Sebbene impegnatissimo in mille progetti paralleli
(come i Queens of the Stone Age di Brian May, con il nuovo album
Songs for the Deaf), Dave Grohl
sembra insomma non aver perso quel "tocco magico" che, insieme ad
una serie di video esilaranti, lo ha fatto diventare una delle
poche star (viventi) del post-grunge. L'album scorre via deciso,
in particolare dopo qualche ascolto ripetuto, grazie anche ad un
buon numero di buonissime canzoni, come la lancinante ouverture
"All My Life". la splendida "Lonely As You" e la
più-che-orecchiabile "Times Like These" (se non sarà il primo
singolo, sarà il secondo). Consigliato a tutti gli amanti del rock
"alternativo": dagli orfani dei Nirvana ai nipotini dei Blink 182.
POP
Tatu,
200 Km/H in the Wrong Lane
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Note
in Italia soprattutto per un bacio omosessuale che ha sconvolto
(?) il pubblico televisivo del Festivalbar, le teenager russe
Volkova Yulia Olegovna e Katina Elena Sergeevna (17 e 18 anni), in
arte Tatu, non hanno soltanto inventato il lesbo-pop, ma sono
anche riuscite a vendere 2 milioni di dischi in un anno, invadendo
da Est il mercato discografico occidentale. Dopo l'eccezionale
successo del loro album d'esordio
Dvesti Po Vstrechiy nella madre
patria, infatti, la Universal ha intuito il potenziale commerciale
del duo e ha chiamato il geniale Trevor Horn a produrre la
versione inglese dell'album, titolata poi "200 Km/H in the Wrong
Lane". Horn, già creatore dei Buggles (ricordate
Video Killed the Radio Star?), è
riuscito ancora una volta a compiere un miracolo di ingegneria
sonora (tra le sue produzioni, in ordine sparso, citiamo: Abc,
Yes, Frankie Goes to Hollywood, Propaganda, Art of Noise, Grace
Jones, Pet Shop Boys, Simple Minds, Brian Ferry). A parte lo
splendido impianto elettronico orchestrato da Horn, però, l'album
si fa notare soprattutto per i suoi due singoli (con
relativi video pruriginosi) che stanno spopolando in tutto il
mondo: "All the Things She Said" e "Not Gonna Get Us". Del resto
dell'album rimane impressa soltanto la dignitosissima cover di
"How Soon Is Now?", capolavoro anni Ottanta degli Smiths di
Morrisey e Johhny Marr.
6 dicembre 2002
black_fran@hotmail.com
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