I cinquant'anni della Rai: ritorno al passato
di Paola Liberace


Può sembrare paradossale che la notizia delle dimissioni dei due consiglieri di minoranza della Rai, Zanda e Donzelli, sia arrivata proprio negli stessi giorni in cui veniva annunciato il prossimo "Paolo Limiti show": un programma in partenza da gennaio, in cui il conduttore celebrerà i cinquant'anni della televisione pubblica, probabilmente affiancato da una Folliero "transfuga" da Retequattro. Da un lato, una rottura annunciata, motivata tra l'altro dalla delusione dei due consiglieri dimissionari per la mancata scelta dei candidati proposti per la Sipra, per la fiction e per il coordinamento palinsesti. Dall'altro, una trasmissione in prima serata, con un volto rassicurante, che popolerà i venerdì sera di Raidue contornando l'evento sanremese: niente di più tradizionale e celebrativo.

Eppure, i due avvenimenti sanno entrambi di un irresistibile "ritorno al passato" della Tv di Stato, confermato dalla programmazione che proprio in questa stagione si orienta sempre di più sull'amarcord, riscoprendo alcune pietre miliari: come "Parola Mia" di Rispoli, in onda su Raitre ad ora di pranzo. Sembra proprio di tornare ai tempi degli spettacoli del sabato sera con il conduttore in lustrini ed il pubblico adorante - quando la spartizione dei consiglieri e dei direttori tra maggioranza e opposizione si chiamava lottizzazione. Con alcune differenze. La divisione dei posti non basta più a garantire il patto di non belligeranza: e così, se la pratica persiste, sfocia inevitabilmente in un costante addossamento delle responsabilità, che si tratti dell'accantonamento di validi professionisti o del "buco" della Tv pubblica, alla parte avversaria, per ogni cambio di governo - e di Cd'A.

Allo stesso modo, a guardare bene il conduttore riesumato per l'occasione della prima serata, i suoi lustrini non splendono poi più di tanto. Accantonato per qualche tempo, il conduttore riemerge sempre con una certa dose di revanscismo, per dimostrare di avere ancora qualcosa da dire in Tv; dimenticando che la sua esperienza non può non trasparire anche dalla tintura per capelli e dalle maniere affettate. Le scenografie del suo spettacolo sono sempre un po' caricaturali, esagerate, rispetto a quelle che vorrebbero riproporre al grande pubblico; le sue vallette, o co-conduttrici, pur se sempre appetibili, sono ormai più attempate di quanto non usasse anche solo una decina d'anni fa (colpa, o merito, dell'onda generazionale, che sempre di più si rivela un'onda lunga). Sarà un caso che tutto questo avvenga in Rai, alla soglia dei cinquant'anni, l'età in cui nascondere acciacchi e segni del tempo comincia a diventare difficile?

22 novembre 2002

pliberace@hotmail.com

 

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