Cattivi pensieri. Vespa, epitaffio da avanspettacolo
di Vittorio Mathieu


Porta a porta ha solennizzato l’addio alla lira riunendo celebrità, dal vertice della numismatica (monete e medaglie storiche) al vertice dello sport (medaglie olimpiche, anch’esse monetizzabili). Bruno Vespa è in gran forma: da quando Bush ha dichiarato guerra al terrorismo, ha ridotto lo spessore minaccioso delle sue sopracciglia. La domanda che rivolgeva a tutti era: “Come avete guadagnato le vostre prime lire?” Una domanda che, rivolta a signore come Valeria Marini, poteva sembrare indiscreta. Non uno disse di aver guadagnato moltissimo fin da principio: tutti “self made”, usciti da famiglie per lo più numerose. Ancor più conformi le dichiarazioni sulla prima “paghetta” da adolescenti. A Prodi, però, sarebbe stato più interessante girare la domanda sulla prima paghetta pagata a Nomisma, prima che quell’Istituto di ricerca ricevesse miliardi per accertare che l’alta velocità è utile per arrivare prima.

Nella coreografia, il corpo di ballo campione di danza sportiva ha fatto sfigurare tutti gli altri, salvo qualche passo della Marini, appena accennato. Miss Italia ha insistito sull’importanza della cultura per i giovani; ma ho constatato che, in fatto di cultura, eccellono ancora i vecchi, fatta eccezione per Sgarbi, che non ha nascosto come altre volte la sua qualità di studioso serio, parlando dall’interno di Castel del Monte (raffigurato sul retro dei centesimi italiani dell’euro). Frattanto Mannheimer aggiornava i suoi sondaggi di opinione, presentato da Vespa come “anche lui uomo di spettacolo”. Visti i sondaggi, non ne dubitiamo. Rita Pavone aveva la stessa funzione che ha Davids nella Juventus, e Sandra Mondaini mi faceva ricordare che in latino “padiglione”, oltre che vasta tenda, significa farfalla. In questo caso, però, si trattava dei padiglioni auricolari, che i capelli non riuscivano a coprire.

Una conferma del paradosso di Diderot sull’attore è venuta da Gigi Proietti: per essere verosimile, l’attore non deve essere ciò che rappresenta. Proietti fingeva di imitare uno che non sa cantare, ma, malauguratamente, è effettivamente uno che non sa cantare, e la sua rappresentazione veristica non era vera. Il Colonnello Mori, per contro, sembrava davvero un carabiniere, pur essendo un carabiniere. Ma il suo consiglio per riconoscere i biglietti da 100 euro falsi – compararli con uno vero – a me non serve: uno vero bisognerebbe averlo. Del resto, non ne ho neppure uno falso. Straordinario Tronchetti Provera. Interrogato sul miracolo economico che fruttò l’Oscar alla lira nel 1959, ha detto cose che sanno tutti, su Einaudi e Menichella, nulla sul vero miracolo economico, che è quello compiuto da lui salvando dal fallimento la Pirelli. L’estrema riservatezza è la dote più preziosa di un finanziere. Ma è facile conservarla come faceva Cuccia, non aprendo bocca. Tronchetti Provera la conserva in modo virtuosistico, parlando moltissimo senza dire niente.
1 marzo 2002

1 marzo 2002




 

 

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