Amministrazione on line: una sfida tutta da giocare
di Paolo Zanetto


Senza infamia e senza lode: secondo uno studio (www.politicsonline.com/specialreports/010803/eusurvey2001.asp) condotto dall'Università di Amsterdam e Maastricht in collaborazione con gli esperti americani di Politics Online (www.politicsonline.com), nella graduatoria dei migliori siti Internet dei governi europei l'Italia è settima, a metà classifica. A confronto con l'amministrazione pubblica spagnola, disastrosa quanto a presenza sul web, possiamo dirci soddisfatti. Il problema è che nella sfida delle nuove tecnologie i nostri competitori sono molto agguerriti, e l'Italia rischia di perdere il treno, dato che sarà necessario un lavoro enorme per mettere online la burocrazia italiana. Gli studi nostrani, infatti, sono decisamente duri nelle critiche al processo di innovazione portato avanti fino ad oggi: la polemica è stata aperta da un'approfondita indagine del Censis (www.censis.it/censis/ricerche/2001/paonline/index.html), pubblicata lo scorso aprile. La tesi dell'istituto di ricerca è che la pubblica amministrazione è presente in Rete, ma con servizi di pessima qualità, senza progetti per cambiare o una visione complessiva per il E-Government all'italiana.

Di recente è stata diffusa una ricerca dell'Università di Trieste (web.vita.it/attach/2992.zip) condotta dal professor Francesco Pira, che non ha paura di dare le pagelle ai siti analizzati. La bocciatura più clamorosa va a PalazzoChigi.it (www.palazzochigi.it): "un sito fantasma, con link apparenti, argomenti non approfonditi, accuratezza grafica sempre meno ricercata via via che ci si addentra nelle pagine". Voto complessivo: 4, una stroncatura. Un'altra solenne bocciatura va al sito della Camera dei Deputati (www.camera.it), considerato difficile da navigare e incomprensibile per i non addetti ai lavori. Promosse a pieni voti le pagine web del Ministero delle Finanze (www.finanze.it), di cui si apprezza soprattutto l'interattività via email, e del Ministero della Sanità (www.sanita.it), che conquista con la propria grafica amichevole e un'organizzazione intuitiva dei documenti.

E il primo premio secondo la ricerca triestina va al sito del Senato (www.senato.it/senato.htm): estetica asciutta ma gradevole, tanti contenuti editoriali di facile comprensione e un'eccellente navigabilità. Unico neo: l'assenza di interattività, bestia nera della pubblica amministrazione online. Ma il Senato punta a rilanciare la sua comunicazione online con un progetto ambizioso, illustrato negli scorsi mesi e oggi consultabile (www.senato.it/altro/brochure.pdf). Palazzo Madama si doterà presto di un nuovo sito, ancora più ricco di banche dati e soprattutto di spazi editoriali per illustrare in modo semplice e diretto l'attualità parlamentare. La progressiva digitalizzazione e disponibilità online di tutto l'archivio storico del Senato completa un piano ambizioso e all'avanguardia, all'altezza dei più informatizzati parlamenti mondiali.

Nel campo del E-Government "basilare", ovvero la disponibilità online delle informazioni della pubblica amministrazione, troviamo all'estero ottime realizzazioni da cui prendere spunto. Uno su tutti il sito Internet del governo britannico (www.number-10.gov.uk): semplice da navigare e pieno di informazioni, con link a tutti i siti ministeriali e dell'esecutivo. D'altra parte la Gran Bretagna è senza dubbio il paese più avanzato sul fronte dell'innovazione tecnologica, vigorosamente spinto dal primo ministro Tony Blair, che per sbandierare il suo impegno per il mondo online ha preso lezioni di Internet in una biblioteca pubblica di Londra.

Il governo di Silvio Berlusconi ha già realizzato una promessa nominando il nostro "Mister I", il Ministro dell'innovazione Lucio Stanca. Il lavoro da fare è molto, ma le buone prospettive non mancano: proprio gli inglesi hanno dimostrato con il portale K Online (www.ukonline.gov.uk) che lo stato può affacciarsi su Internet in tempi brevi. Possiamo accettare la sfida della IT e rilanciarla, puntando direttamente alla vera rivoluzione legata alla pubblica amministrazione online: la possibilità per il cittadino di interagire, senza muoversi da casa e senza preoccuparsi delle diverse agenzie coinvolte nell'operazione che gli interessa portare a termine. Investire sul E-Government in Italia significherebbe non solo diventare un paese leader nella Information Technology, ma soprattutto creare uno strumento che consente al cittadino di passare indenne attraverso le maglie della burocrazia italiana, centralistica e bizantina. Per ora continuiamo a visitare i siti stranieri, ammirando un po' di invidiosi come si chiede un passaporto online (www.passport-application.gov.uk), magari di ritorno da un'ora di coda in Questura.

7 settembre 2001

zanetto@tin.it


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